FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: società di comodo, medie di settore, imposta di registro
Dalla start up che non è di comodo se non supera il test di operatività allo stop all’accertamento effettuato con gli studi di settore «fai-da-te». Dalla delega di firma sull’atto di contestazione alla base di calcolo di registro e ipo-catastali per l’immobile all’asta. a rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria depositate nella settimana dal 22 al 26 maggio.
La start up non è società di comodo se non supera il test di operatività
Dal punto di vista qualitativo, l’Amministrazione non può considerare società di comodo la start up che non supera il limite di operatività e dal punto di vista procedurale, deve verificare analiticamente il superamento delle soglie previste dalla norma per ciascun periodo d’imposta senza poter estendere in via presuntiva il test anche ad altre annualità.
■ Cassazione, sentenza 12829/2017
Ai soci l’accertamento della società estinta anche per il recupero Irpef
La società di persone estintasi prima dell’accertamento formato nei suoi confronti può esserne ugualmente destinataria attraverso la notifica effettuata ai soci perché sono successori universali per i debiti sociali da questa non onorati nonché per accertare tramite il principio di trasparenza i loro maggiori redditi di partecipazione.
■ Cassazione, ordinanza 12953/2017
Nullità espressa per l’assenza delle delega nominativa ma solo per l’accertamento
Il soggetto delegante deve conferire una delega di firma “nominativa” e non “in bianco” perché solo in tale maniera può così instaurarsi il rapporto di fiducia tra delegante e delegato e tale omissione comporta sempre la nullità dell’avviso di accertamento. Tale principio non si applica all’atto di attribuzione di rendita, all’avviso di mora, alla cartella esattoriale e al diniego di condono, ove non è prevista alcuna sanzione espressa di nullità per l’omessa sottoscrizione e dove e si presume sempre la riferibilità dell’atto all’organo emanante, ovvero agli atti degli enti locali ove viene espressamente prevista la sottoscrizione automatizzata a stampa.
■ Cassazione, ordinanza 12960/2017
Stop all’accertamento con la media di settore «fai-da-te»
I soli margini di ricarico desunti dalla media di settore non bastano da soli a fondare l’accertamento induttivo. In ogni caso senza che lo scostamento risulti abnorme o irragionevole. Nel caso di specie, il margine di ricarico dichiarato dal contribuente risulta del +133% e quello medio di settore del +166% e per quell’annualità sono stati per la prima volta introdotti gli studi di settore e la contribuente risultava essere congrua seppure nel limite dei ricavi minimi.
■ Cassazione, ordinanza 13054/2017
Registro, la base imponibile si calcola in base alla rendita anche per l’abitazione acquistata all’asta
La base imponibile per il conteggio delle imposte di registro e ipo-catastali può sempre conteggiarsi in base alla rendita catastale anche in caso di trasferimenti di immobili ad uso abitativo avvenuti all’asta grazie alla dichiarazione di incostituzionalità della norma che lo vietava pendente la lite.
■ Cassazione, sentenza 13033/2017
Motivazione tautologica e omessa motivazione minano l’accertamento
L’avviso di accertamento deve essere motivato nella «sostanza» e non nella «forma». Ciò avviene in due casi, quando la motivazione risulta essere meramente tautologica, ovvero omissiva perché non spiega le ragioni di rigetto delle giustificazioni del contribuente. L’accertamento così formato viola oggettivamente il contenuto dell’atto e soggettivamente il diritto alla difesa del contribuente che non è così in grado di difendersi.
■ Cassazione, sentenza 13037/2017
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