Controlli e liti

I professionisti: taglio alle sanzioni per errori formali

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di Federica Micardi

Le norme antiriciclaggio proseguono il loro iter con il “parziale” plauso dei professionisti.

Lo schema di decreto legislativo (AC 389) che attua la direttiva Ue 2015/849, depositato il 25 febbraio alla Camera e assegnato alle Commissioni Giustizia e Finanze - che hanno tempo fino al 6 aprile - e, per un parere, alle Commissioni Bilancio e Politiche della Ue, ha in parte accolto i suggerimenti e le richieste delle professioni. Il confronto con le categorie sull’antiriciclaggio si è svolto il 15 febbraio scorso ed erano presenti, accanto al viceministro dell’Economia Luigi Casero e ai tecnici della Giustizia, il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani, il presidente dei Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro Marina Calderone e i rappresentanti di avvocati e notai.

«Accogliamo con favore le modifiche apportate al testo - commenta Miani - l’abolizione del registro antiriciclaggio e l’eliminazione degli obblighi di registrazione vanno nella direzione della semplificazione da noi auspicata, così come il ripristino dell’esonero dall’adeguata verifica per le attività di redazione e trasmissione delle dichiarazioni fiscali». Secondo i commercialisti, però, il testo può essere ancora migliorato: «Nel corso dell’iter parlamentare del decreto - aggiunge Miani - ci impegneremo per ottenere un’ulteriore riduzione dell’importo minimo delle sanzioni previste per gli inadempimenti formali, pur essendo consapevoli dei limiti imposti dalla direttiva e dalla legge di delegazione europea».

E non è l’unica cosa che sta a cuore ai commercialisti. Nel testo depositato alle Camere non risulta infatti reinserito l’esonero degli obblighi antiriciclaggio per il collegio sindacale senza funzioni di revisione . «Il sindaco già svolge un’attività di vigilanza prevista dal Codice civile - spiega Miani - si tratterebbe, quindi, di un inutile aggravio che la norma attuale non prevede».

Per Marina Calderone «avere escluso gli adempimenti in materia di lavoro è stato un passaggio molto importante, così come essere intervenuti su diversi aspetti formali». E parlando di sanzioni Calderone sostiene: «ci devono essere e pesanti solo nei casi di acclarata partecipazione al reato; non certo per penalizzare chi invece collabora correttamente».

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