L’incertezza ha spinto gli operatori a targare i chilometri zero
La risoluzione 32/E con cui l’agenzia delle Entrate ha dato i primi chiarimenti su ecobonus ed ecotassa è arrivata fuori tempo massimo per gli operatori: la sua diramazione solo nella serata di ieri ha costretto molti concessionari e noleggiatori a targare auto che, in assenza di interpretazioni ufficiali, avrebbero rischiato di pagare l’ecotassa da oggi. Inoltre, la risoluzione non affronta i dubbi sorti sul nuovo tributo quando a doverlo pagare sono i proprietari di veicoli immatricolati all’estero che prendono targa italiana.
Alla fine di una giornata che si era aperta con i comunicati di tutte le organizzazioni di categoria che lamentavano l’assenza di chiarezza quando ormai mancava un solo giorno all’entrata in vigore di ecobonus ed ecotassa, indicazioni utili sono arrivate su altri aspetti che riguardano gli operatori. Come il fatto che il divieto di cumulo con altri incentivi di carattere nazionale vale anche per il bonus su moto e motorini elettrici e ibridi. Tra i chiarimenti utili ai non addetti ai lavori, il fatto che gli incentivi fiscali sull’installazione di impianti di ricarica vale anche per i condomìni.
Oggi pomeriggio, quando verranno diramati i dati sul mercato auto di febbraio, probabilmente emergerà un nuovo aumento delle immatricolazioni di chilometri zero: molti sono esemplari che emettono più di 160 grammi/chilometro di CO2 e quindi potenzialmente soggetti all’ecotassa. La risoluzione 32/E nella serata di ieri, quindi a cose fatte, ha chiarito che non sarebbe andata così: l’obbligo di pagare sorge quando sia l’atto di acquisto sia l’immatricolazione avvengono tra oggi e il 31 dicembre 2021. Quindi ora chi ha già ordinato un veicolo soggetto a ecotassa non dovrà pagare. Seguendo lo stesso ragionamento, a ridosso della scadenza del 2021 dovrebbe convenire ritardare l’immatricolazione, sempreché l’ecotassa non venga prorogata o addirittura inasprita dal 2022.
Le modalità di pagamento sono molto rigide: in sostanza, si può adempiere solo il giorno dell’immatricolazione, che in non pochi casi avviene prima della consegna al cliente. Probabilmente era l’unica interpretazione possibile per rimediare alla lacuna della legge, che non aveva fissato la data di scadenza, con un’altra legge.
L’agenzia delle Entrate sembra comunque aprire alla possibilità che il pagamento non sia effettuato direttamente dal cliente, come invece richiederebbero le regole generali della modalità fissata dal legislatore (il modello F24): la risoluzione afferma che il versamento può essere effettuato anche «da chi richiede l’immatricolazione in nome e per conto dell’acquirente». Cioè dall’agenzia di pratiche incaricata dal venditore. Ma ora bisognerà vedere se le agenzie, già in difficoltà su più fronti, si sobbarcheranno un onere così pesante.
Nessuna indicazione, invece, sulle immatricolazioni di veicoli già targati all’estero (nazionalizzazioni). Quindi l’ecotassa è dovuta anche dagli incolpevoli proprietari che hanno avviato le pratiche in gennaio: in non poche province la nazionalizzazione richiede 30 giorni e più. Perciò la direzione generale aveva scritto alle Entrate segnalando ufficialmente il problema e suggerendo di considerare la data di richiesta d’immatricolazione. Ma la lettera non ha avuto effetti.







