Investitori non professionali, Fia sotto il 10% del portafoglio
Scende a 100mila euro la soglia di accesso ai fondi di investimento alternativi. Il soggetto proponente deve assicurare i requisiti dell’investitore
Viene abbassata a 100mila euro (da 500 mila) la soglia minima di investimento degli investitori non professionali nei Fia (fondi d’investimento alternativi) riservati. Questo può precludere ad uno sviluppo ulteriore di strumenti quali i Pir alternativi. Ma andiamo con ordine.
È stato pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale» del 15 marzo 2022 il decreto 13 gennaio 2022 del ministero dell’Economia n. 19, in vigore dal prossimo 30 marzo, che modifica il Dm 5 marzo 2015 n. 30 attuativo delle disposizioni del Testo unico della finanza (articolo 39) relative alla determinazione dei criteri generali cui devono uniformarsi gli Organismi di investimento collettivi del risparmio (Oicr) italiani.
A livello definitorio viene modificato l’articolo 1 del Dm del 2015 introducendo:
•il portafoglio finanziario ovvero il valore complessivo del portafoglio costituito da depositi bancari, prodotti di investimento assicurativi e strumenti finanziari disponibili anche presso altri intermediari o gestori;
• i prodotti di investimento assicurativi ovvero i prodotti di cui all’articolo 1 comma 1 lettera w-bis.3) del Tuf;
• lo strumento finanziario ovvero qualsiasi strumento riportato nella sezione C dell’allegato I del Tuf;
• il personale ovvero i dipendenti e coloro che comunque operano sulla base di rapporti che ne determinano l’inserimento nell’organizzazione aziendale, anche in forma diversa dal rapporto di lavoro subordinato.
Viene poi modificato l’articolo 14 relativo ai Fia riservati a investitori professionali in forma aperta o chiusa. Il nuovo comma 2 prevede che per statuto o regolamento possano partecipare:
• investitori non professionali che sottoscrivono ovvero acquistano quote o azioni del Fia per un importo complessivo non inferiore a cinquecentomila euro, non frazionabile (lettera a);
• investitori non professionali che nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti sottoscrivono ovvero acquistano quote o azioni del Fia per un importo iniziale non inferiore a centomila euro a condizione che, per effetto della sottoscrizione o dell’acquisto, l’ammontare complessivo degli investimenti in Fia riservati non superi il 10 per cento del proprio portafoglio finanziario, sempre non frazionabile (lettera b);
• soggetti abilitati alla prestazione del servizio di gestione di portafogli che nell’ambito dello svolgimento di detto servizio sottoscrivono ovvero acquistano quote o azioni del Fia per un importo iniziale non inferiore a centomila euro per conto di investitori non professionali (lettera c).
Il comma 2-bis stabilisce che il soggetto proponente deve assicurare i requisiti dell’investitore non professionale di cui alla lettera b), fornite dal medesimo in relazione al proprio portafoglio finanziario e agli investimenti in Fia. I limiti di importo del comma 2 non si applicano agli acquisti di Fia destinati all’organo amministrativo del gestore e al suo personale.
L’attuale modifica del Dm del 2015 segue una pubblica consultazione del Mef e di fatto comporta il notevole abbassamento della soglia per gli investitori non professionali, da 500 mila euro a 100 mila euro. I Fia riservati sono quei particolari Oicr destinati a circolare solo fra investitori professionali (ad es. Sim, Sgr, Sicav, fondi pensione, banche, assicurazioni). Viene quindi ampliata la platea abbassando, con le dovute cautele, la soglia per gli investitori non professionali che possono sottoscrivere questi prodotti. Viene infatti richiesta un’opportuna diversificazione (limite del 10% del portafoglio finanziario).
Gli investitori non professionali in questione appartengono a quella clientela cosiddetta “affluent” dotata di patrimoni elevati e in grado di approcciare a prodotti più illiquidi, quali fondi di private equity, di debito, di venture capital. Si pensi tipicamente ai cosiddetti Pir alternativi la cui defiscalizzazione è ammessa per investimenti pari a 300mila euro all’anno e fino all’importo di 1,5 milioni di euro complessivi. L’abbassamento della soglia per gli investitori non professionali ora previsto sembra in grado di dare un ulteriore impulso a questo mercato.