Bonus prima casa, il Fisco dice addio alle liti sugli accordi tra ex coniugi
Una ritirata in tutti e tre i gradi di giudizio. È la strada tracciata a livello centrale dall’agenzia delle Entrate che, in una nota diramata a fine maggio, chiede agli uffici di abbandonare le liti sulla decadenza dell’agevolazione prima casa in caso dell’assegnazione dell’immobile all’ex coniuge. In tutto si tratta di 320 cause tra Commissioni provinciali e regionali e Cassazione. Con un’avvertenza per gli uffici che guarda soprattutto alla tenuta dei conti dell’Agenzia: se il contribuente non rinuncia a farsi riconoscere le spese di lite, gli uffici dovranno «prendere motivatamente posizione anche sulle spese di giudizio» fornendo ogni possibile elemento al giudice per giustificarne la compensazione.
La decisione delle Entrate nasce dalla presa d’atto del consolidarsi dell’orientamento dei giudici di merito e di legittimità secondo cui il trasferimento dell’immobile all’ex coniuge in caso di separazione e divorzio prima che siano trascorsi 5 anni dall’acquisto il contribuente non perde l’agevolazione prima casa. E questo anche se il coniuge proprietario non provvede all’acquisto di una nuova casa da adibire ad abitazione principale entro l’anno.
Inoltre, come ricorda l’Agenzia, gli uffici dovranno allinenarsi alla Cassazione anche sull’esenzione dalle imposte di bollo e di registro nel caso di trasferimento dell’immobile all’ex coniuge. Se quest’ultimo è frutto di un divorzio o di una separazione, di fatto si concretizza un atto relativo al procedimento di scioglimento del matrimonio e di cessazione degli effetti civili. Atto che, dunque, è esente da imposta di bollo, registro o ogni altra tassa.
Del resto, mettono in evidenza le Entrate, l’applicazione della sanzione che prevede la decadenza del bonus prima casa per le vendite infraquinquennali non seguite dal riacquisto di un altro immobile ha il solo fine di prevenire comportamenti elusivi meramente speculativi. Intento speculativo che non si intravede e piuttosto è da escludere nei casi di cessione immobiliare senza corrispettivo finalizzato alla definizione dei rapporti tra coniugi nei casi, come detto, di separazione o divorzio. Principi questi ormai consolidati sia dalla Commissione tributaria regionale Lazio sia dai giudici di legittimità (Cassazione, sezione tributaria, sentenze 23225/2015 e 5156/2016).