FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: Ici, accertamento, fallimento, raddoppio dei termini
TtAnticipazioni infruttifere, gli elementi che consentono l’accertamento lungo, la necessità del liteconsorzio, l’accertamento al residente estero, la bese Ici sulle aree portuali, l’ammissione al passivo in privilegio in caso di fallimento sono alcuni dei temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria e societaria depositate nella settimana dal 21 al 25 agosto.
Le anticipazioni infruttifere del socio-amministratore della Srl sono utili
L’accertamento analitico-induttivo del reddito d’impresa è legittimo in presenza di una contabilità corretta ma complessivamente inattendibile. Questo in quanto, in tal caso, è legittimo dedurre l’esistenza di maggiori ricavi o di minori costi in base a presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti. Ciò giustifica in capo alla società di capitali il recupero a tassazione delle somme di anticipazioni infruttifere effettuate dal socio-amministratore, ritenuto non percettore di redditi, ma dall’Amministrazione ritenute utili extra-contabili.
• Cassazione, ordinanza 20308-2017
Per l’accertamento “lungo” bastano gli elementi certi del reato
Per il raddoppio dei termini per l’accertamento è sufficiente l’individuazione dei fatti comportanti l’obbligo della denuncia penale. Intanto il pubblico ufficiale incaricato ha l’obbligo di denuncia solo se individua gli elementi costituitivi del reato tributario del Dlgs 74/2000 ma l’accertamento resta legittimo indipendentemente dall’avvenuta presentazione della denuncia, dall’inizio dell’azione penale e dai possibili esiti del suo esercizio. In caso di contestazione del contribuente nel ricorso, poi, il giudice tributario ha l’obbligo di verificare, con prognosi postuma, la sussistenza dei presupposti integranti l’obbligo di denuncia. Se poi l’Amministrazione intende giustificare il corretto esercizio del più ampio potere accertativo, non è infine tenuta in sede processuale a provare l’effettiva sussistenza del reato.
• Cassazione, ordinanza 20368-2017
Senza litisconsorzio tra società e soci processo sempre da rifare
La controversia avviata a seguito di presentazione di ricorso introduttivo proposto per l’annullamento di un avviso di rettifica da parte di un socio o dalla società di persone non può mai essere deciso limitatamente ad alcuni soltanto di essi. Questo in quanto l’unitarietà dell’accertamento, che è alla base della rettifica delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone, comporta che il ricorso tributario proposto riguardi sempre inscindibilmente sia la società che tutti i soci e dunque tutti costoro devono essere parti litisconsortili necessarie. Ciò comporta la violazione del principio del contraddittorio, la conseguente nullità assoluta della sentenza ed è rilevabile anche d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento.
• Cassazione, ordinanza 20313-2017
Lecita la notifica dell’accertamento all’iscritto all’Aire residente in Svizzera
La notifica degli atti impositivi recanti un maggior credito erariale ai contribuenti non residenti si intende validamente effettuata all’indirizzo rilevabile dal registro dell’AIRE. Da una parte, l’articolo 142 del codice di rito prevede che, in tema di notificazione degli atti giudiziari a persona non residente, né dimorante né domiciliato nella Repubblica, occorra riferirsi alle modalità di notificazione previste dalla convenzioni internazionali con facoltà, in caso d’impossibilità, che la notifica avvenga per mezzo della posta con raccomandata e mediante consegna di altra copia al Pubblico Ministero che ne cura la trasmissione al Ministero degli Affari Esteri per la consegna alla persona cui è diretto l’atto. Dall’altra, però, tale articolo viene derogato dal quarto comma dell’articolo 60 del Dpr 600 del 1973 (introdotto dalla lettera a) del primo comma del D.L. 40 del 2010, con effetto dal 12 agosto 2010), norma speciale che prevede quale alternativa la spedizione con lettera raccomandata all’indirizzo della residenza estera rilevato dai registri dell’AIRE. E siccome tale norma non distingue tra paesi UE ed extra UE, è valida la notifica dell’accertamento anche in Svizzera (nel caso di specie, il contribuente è iscritto all’AIRE dal 25 novembre 2008 e la notifica dell’accertamento è avvenuta il 3 ottobre 2013). In ogni caso la proposizione tempestiva del ricorso introduttivo sana l’eventuale nullità della notifica ed esclude qualsivoglia decadenza dell’attività impositiva.
• Cassazione, ordinanza 20256-2017
Base imponibile Ici provvisoria per le aree demaniali portuali scoperte
Le aree scoperte demaniali affidate in concessione per l’esercizio dei servizi portuali sono soggette ad Ici/Imu. In primo luogo, perché, essendo il concessionario titolare di un diritto d’uso a titolo esclusivo di beni demaniali funzionali allo svolgimento di un’attività imprenditoriale e non essendo l’attività privata di gestione e trasporto merci a scopo di lucro equiparabile ad un pubblico servizio, le aree demaniali da questi utilizzate non sono assimilabili a quelle doganali impiegate per la movimentazione ed il deposito delle merci, che godono invece dell’esenzione da Ici (Imu). In secondo luogo, non possono tali beni essere classificati in Categoria E, con diritto all’esenzione dell’Ici (Imu), perché si tratta di beni che presentano autonomia funzionale e quindi reddituale. Il ritardo infine dell’Agenzia del Territorio nel concludere il procedimento di classamento non ostacola il Comune nel rideterminare, seppure in via provvisoria, la base imponibile.
• Cassazione, ordinanza 20259-2017
Ctr contraddittoria se dichiara inammissibile l’appello e poi entra nel merito della controversia
Nella valutazione del ricorso in appello, la Ctr non può, da una parte, dichiarare inammissibile l’impugnazione per difetto di motivi specifici e dall’altra, entrare poi tuttavia anche nel merito della questione controversa, risultando tale sentenza contraddittoria. In ogni caso, è vero che l’appello perché possa essere ammissibile deve contenere specifiche censure alla sentenza di primo grado non bastando la semplice riproposizione in appello delle stesse argomentazioni poste a sostegno della domanda. Pur tuttavia i motivi d’appello possono essere ricavati anche implicitamente, purché in maniera univoca, dall’intero atto di impugnazione, considerato nel suo complesso, comprese le premesse in fatto, la parte espositiva e le conclusioni (nel caso di specie, gli appellanti contestavano la motivazione e l’erronea valutazione operata dai giudici della Ctp in ordine alla correttezza ed esaustività della motivazione degli accertamenti).
• Cassazione, ordinanza 20379-2017
I contributi non sono ammessi al passivo del fallimento in privilegio indistinto
In caso di fallimento l’ammissione al passivo in privilegio generale, previsto dall’articolo 2751-bis, n. 1 del Codice civile, per il credito vantato dalla Cassa Edile, è legittimo soltanto per le somme aventi natura retributiva e non per quelle aventi natura contributiva e comunque l’ammontare richiesto deve sempre essere precisamente provato. Intanto gli accantonamenti relativi a ratei ferie, gratifica natalizia e festività per i quali la Cassa Edile assume il ruolo di intermediario nell’erogazione delle prestazioni altrimenti dovute direttamente dal datore di lavoro, sono da intendersi corrispettivo della prestazione lavorativa. Poi le somme dovute dal datore di lavoro alla Cassa Edile a titolo di contributi, pur consistendo in una somma di denaro che si identifica in una quota di retribuzione, ha natura diversa perché non spetta quale remunerazione dell’attività lavorativa costituendo bensì solo la sua base di calcolo.
• Cassazione, sentenza 20390-2017