FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: motivazione dell’atto, favor rei, autoriciclaggio
Diritto alla difesa sempre garantito anche quando atti e documenti sono soltanto indicati nel Pvc poi trasfuso nell’accertamento. La mancata concessione del credito non salva dal mendacio bancario per le informazioni non veritiere fornite alla banca. Favor rei anche per le sanzioni del passaggio di denaro contante senza l’ausilio degli intermediari abilitati. Per il presunto autoriciclaggio di valori bollati di provenienza illecita distinzione necessaria tra condotta tesa al godimento personale rispetto a quella di nascondimento del profitto illecito. Sono i temi delle principali sentenze della Cassazione in materia tributaria dell’ultima settimana.
Inversione dell’onere probatorio per le società a ristretta base sociale nelle indagini bancarie
La presenza di uno stretto rapporto familiare e di una composizione ristretta del gruppo sociale è sufficiente a giustificare la riferibilità delle operazioni riscontrate sui conti correnti di tali soggetti all’attività economica della società sottoposta a verifica. Questo in quanto, in assenza di prova delle attività economiche svolte dagli intestatari dei conti idonee a giustificare i versamenti e i prelievi riscontrati ed in presenza di un contestuale rapporto di collaborazione con la società, deve ritenersi soddisfatta la prova presuntiva a sostegno della pretesa fiscale, con spostamento dell’onere della prova sul contribuente.
•Cassazione, ordinanza 20408/2018
Diritto alla difesa sempre garantito anche quando atti e documenti sono solo indicati nel Pvc
Non c’è il difetto di motivazione e quindi la nullità dell’avviso di accertamento quando gli atti ed i documenti su cui esso si fonda sono solo menzionati nel Pvc notificato al contribuente. Questo in quanto l’Amministrazione è sempre tenuta a porre il contribuente in grado di conoscere la pretesa tributaria nei suoi elementi essenziali ma non è tenuta ad includere nell’atto impositivo la notizia delle prove raccolte essendo sufficiente che le predette informazioni siano accessibili, anche in forma riassuntiva, al contribuente interessato.
•Cassazione, ordinanza 20416/2018
La mancata concessione del credito non salva dal mendacio bancario per le informazioni non veritiere fornite alla banca
La presentazione alla banca di fatture, all’apparenza plurime, ma attinenti in realtà ad un’unica operazione, costituisce una rappresentazione mendace della situazione economica dell’impresa, perché appare un giro d’affari superiore al reale. Questo in quanto il mendacio bancario rappresenta, quale reato di pericolo, la violazione dell’obbligo giuridico di fornire informazioni veritiere nei confronti del sistema bancario, indipendentemente dall’effettiva concessione del credito.
•Cassazione, ordinanza 38133/2018
Favor rei anche per le sanzioni del passaggio di denaro contante senza l’ausilio degli intermediari abilitati
In seguito alle modifiche introdotte dal Dlgs 90/2017 nell’irrogazione delle sanzioni amministrative per il passaggio di denaro contante senza intermediari abilitati la norma più favorevole deve essere applicato d’ufficio anche in sede di legittimità. Questo in quanto nel caso di impugnativa di un provvedimento recante una sanzione amministrativa lo jus superveniens deve sempre intendersi retroattivo in applicazione del principio del favor rei.
•Cassazione, sentenza 20697/2018
Autoriciclaggio, distinzione necessaria tra godimento personale e occultamento del profitto illecito
Per valutare la sussistenza del reato in caso di reimmissione sul mercato di valori bollati di provenienza delittuosa non bisogna verificare la liceità o meno dell’attività di reimpiego dei valori bollati bensì il numero di operazioni realizzate, la loro ripetitività e altri parametri previsti dal codice civile agli articoli 2082, 2135 e 2195. Questo in quanto il reato di autoriciclaggio nasce dalla necessità di evitare le operazioni di sostituzione ad opera dell’autore del delitto e vuole contrastare l’effettivo intento dissimulatorio, distinto dalla semplice condotta di godimento personale, non punibile rispetto a quella di nascondimento del profitto illecito, come tale punibile.
•Cassazione, sentenza 38422/2018
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