Professione

Il controllo di gestione e la revisione legale danno più spazio alle sinergie

di Daniele Rubini e Antonella Lucchese

Il controllo di gestione è un insieme di principi, regole e strumenti, messi a disposizione della direzione aziendale, al fine di pervenire al monitoraggio degli obiettivi strategici d’impresa, oltre ad essere un valido elemento a supporto dell’attività di revisione.

Il revisore, in seguito alla valutazione dell’appropriatezza dei principi contabili adottati, della ragionevolezza delle stime contabili effettuate dagli amministratori, nonché della valutazione della presentazione del bilancio d’esercizio nel suo complesso, esprime un giudizio sulla corretta rappresentazione contabile dei fatti di gestione.

Un controllo di gestione efficace può però semplificare il processo valutativo, oltre ad influenzare positivamente il giudizio del revisore nella valutazione dell’affidabilità del sistema di controllo interno.

La presenza di strumenti quali il piano industriale e il budget permettono di ottenere gran parte delle informazioni necessarie al fine di acquisire una piena conoscenza della società, sia nella fase preliminare di accettazione dell’incarico, sia nella stesura della strategia generale della revisione.

L’attività di monitoraggio periodica, con la predisposizione tempestiva ed accurata di specifici report, agevola la valutazione da parte del revisore riguardo la capacità dell’azienda di correggere tempestivamente errori che potrebbe verificarsi nella rappresentazione contabile dei fatti aziendali.

Il controllo di gestione è in grado – inoltre – di fornire, sia al management che agli organi di controllo (pertanto oltre che al revisore, anche al collegio sindacale), gli strumenti idonei a valutare la presenza o meno del presupposto della continuità aziendale. Ne deriva che il budget, visto gli assunti in esso contenuti e visto l’orizzonte temporale rappresentato, solitamente individuato nei dodici mesi successivi, possa essere uno strumento efficace da utilizzare da parte del revisore, nella valutazione della continuità aziendale.

Il revisore, nell’espletamento delle sua attività, verifica che le previsioni siano verosimili (presenza di nuovi ordini, aumento della capacità produttiva, risoluzione di contratti particolarmente onerosi, accensione di nuove linee di finanziamento ecc.), attestando che il postulato della continuità aziendale sia rispettato e non sia già intaccato da uno stato di crisi prima dell’approvazione del bilancio stesso.

L’utilizzo del budget, unitamente al piano industriale, in grado di proiettare il progetto manageriale in un arco temporale di medio lungo periodo, risulta fondamentale nella pianificazione delle strategie aziendali.

Strategie aziendali ambiziose, senza un adeguato studio e pianificazione, possono compromettere sia la redditività attuale sia l’equilibrio finanziario di un’azienda: tipici esempi possono essere rappresentati dall’ingresso in nuovi mercati, la produzione/commercio di nuovi prodotti/servizi, o lo sviluppo di nuove tecnologie.

Ne consegue che il monitoraggio delle azioni manageriali di medio lungo periodo contenute all’interno del piano industriale, e la ripercussione sui risultati di breve siano controlli primari che il revisore è tenuto a effettuare, al fine di assicurare il postulato della continuità aziendale nel medio periodo.

Per ulteriori approfondimenti leggi l’articolo di Daniele Rubini e Antonella Lucchese su Guida alla Contabilità & Bilancio 9/2018

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