Controlli e liti

Riforma della giustizia tributaria: lesivo ridurre i gradi di giudizio

di Federica Micardi

Coro di critiche sulla proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ridurre la giustizia tributaria in due gradi di giudizio. Un proposito enunciato durante la conferenza stampa di fine anno (si veda «Il Sole 24 Ore» del 29 dicembre).

Il presidente dall’Amt, l’Associazione magistrati tributari, Daniela Gobbi sottolinea come «l’eliminazione di un grado non solo rappresenterebbe una riduzione delle garanzie delle parti, ma per il processo tributario, tenuto conto della rapidità con cui si concludono due gradi di merito, comporterebbe un ulteriore aggravio del contenzioso in Cassazione in contrasto con la esigenza di ridurre i tempi di controllo di legittimità». Considerazioni queste che saranno formalizzate in una lettera che oggi sarà inviata al premier Conte.

Gobbi ricorda che molti soggetti sono impegnati a formulare proposte di riforma. La stessa Amt , che rappresenta i due terzi dei giudici tributari, si è fatta promotrice di un tavolo sulla riforma al quale hanno aderito dodici sigle (Cnf, Cndcec, Amt, Anc, Anti, Aipdt, Igs, Ogt, Ssdt, Ogt, Uncat, Oida) che stanno lavorando su un progetto condiviso: il 30 gennaio è calendarizzato un incontro per discutere sulla bozza di riforma. «L’appello tributario - scrive Gobbi - è anche un utile strumento di deflazione del contenzioso in Cassazione». Dai dati della Relazione del Mef per il 2018 emerge che su 63mila appelli decisi solo 12mila, cioè meno del 20%, sono state le sentenze impugnate in Cassazione.

Dello stesso tenore la reazione del presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ,Massimo Miani, che avverte sui pericoli di ridurre a uno i giudizi di merito. «L'obiettivo prioritario per una giustizia tributaria più celere ed efficiente - dice Miani -non è la riduzione del processo a due gradi di giudizio, ma la ridefinizione dei requisiti professionali del giudice tributario, al fine di riservare tale funzione a giudici a tempo pieno che siano in possesso di una preparazione specifica nella materia tributaria a garanzia della imparzialità e dell'indipendenza dell'organo giudicantecora di più i carichi della Cassazione».

Contro la “proposta Conte” anche l’Uncat, l’Unione degli avvocati tributaristi: «Il disegno violerebbe la Costituzione se sopprimesse la Cassazione e negherebbe i principi del giusto processo se si riferisse all’appello». Preoccupazione condivisa anche dai sindacati dei commercialisti Adc e Anc . Maria Pia Nucera (Adc) e Marco Cuchel (Anc) invitano a un’attenta riflessione sugli effetti che tale intervento comporterebbe e si dichiarano comunque pronti a mettere a disposizione le proprie competenze, in collaborazione con le altre associazioni di settore, nell’ambito di un progetto di riforma della giustizia tributaria.

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