Studi di settore, con il nuovo regime di cassa per le imprese minori rischio esiti fuorvianti
Studi di settore all’ultimo giro di boa. Sono stati pubblicati sul sito dell’agenzia delle Entrate, con provvedimento n. 2509/2018, i modelli definitivi con le relative istruzioni, degli studi di settore applicabili per il periodo d’imposta 2017. Si tratta, salvo ulteriori (ma mai improbabili) correzioni in corsa, dell’ultima annualità in cui gli studi di settore si applicheranno per la totalità dei contribuenti interessati.
Si ricorda, infatti, che la recente legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017) aveva congelato l’entrata in vigore dei primi 70 Isa prevista già per il periodo d’imposta 2017. Questo «al fine di assicurare a tutti i contribuenti un’uniforme trattamento fiscale e di semplificare gli adempimenti dei contribuenti e degli intermediari», rinviandone l’applicazione al periodo d’imposta 2018, quando l’intero processo sarà completato, ossia quando la revisione dei nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale sarà pronta anche per le altre 80 categorie la cui elaborazione era prevista entro la fine di questo anno solare.
Spazio, quindi, ancora una volta, per il periodo d’imposta 2017, agli studi di settore per tutti.
Passando alle novità di quest’anno, se è pur vero che dai nuovi modelli non emergono grossi cambiamenti rispetto alle versioni in vigore lo scorso anno, (l’impianto strutturale dei contabili e di quelli extracontabili rimane sostanzialmente invariato) la vera partita, si giocherà sul versante delle soluzioni da adottare per i contribuenti in regime d’impresa in contabilità semplificata, che dovranno fare i conti con il nuovo regime di cassa al debutto per il periodo d’imposta 2017.
Com’è noto, infatti, per i semplificati (imprese) si è passati da un regime di competenza (in vigore fino al 31 dicembte 2016) ad un regime di cassa dove, al di là della specifica soluzione scelta dal singolo operatore (registro degli incassi/pagamenti, registri iva con annotazione separata dei mancati incassi/pagamenti, tenuta dei soli registri iva), rimane il fatto che il software Gerico da sempre opera per le imprese con logiche proprie della “competenza” e mal si concilia con l’andamento finanziario che governa da quest’anno la determinazione contabile del reddito per questi soggetti.
Per ora la soluzione adottata dai tecnici della Sose per cercare di adattare l’applicativo alle nuove regole, è quella di mettere in pista dei correttivi contabili in grado di monitorare gli effetti del passaggio al regime di cassa; passaggio che si presenta molto delicato, se si pensa che in quest’anno di transizione, si deve assistere, fra le altre, all’assoluta particolarità per cui nelle situazioni contabili definitive valide ai fini fiscali (ex articolo 66 del Tuir) si dovranno riportare i dati delle rimanenze inziali, ma non di quelle finali, con tutte le ricadute che questo potrebbe avere sul sistema di “conteggio dei ricarichi” elaborato da Gerico che, se non opportunamente corretto, rischierebbe di portare a dei risultati assolutamente fuorvianti.
Del resto dall’esame dei nuovi modelli degli studi di settore per il 2018 si vede come, per il momento, sotto il profilo dei dati contabili, nulla è cambiato rispetto allo scorso anno, segno evidente della precisa scelta intrapresa di gestire il cambiamento solo attraverso l’utilizzo di nuovi correttivi contabili (che agiranno con buona probabilità direttamente sul calcolo di Gerico) elaborati per l’appunto con lo scopo di introdurre uno specifico fattore di correzione da applicare al ricavo puntuale e minimo per singola impresa.
Allo stato attuale, dunque, sembrerebbe confermato per quanto attiene ai dati contabili la corrispondenza fra quanto dichiarato ai fini fiscali (in dichiarazione dei redditi quadro G) rispetto ai dati da indicare nel quadro F del modello studi di settore; anche se è lo stesso provvedimento di approvazione definitiva dei modelli a specificare come la modulistica degli studi di settore così come appena approvata, verrà successivamente integrata con l’introduzione delle informazioni aggiuntive (es. rimanenze finali) da inserire all’interno del modello (probabilmente, a questo punto, nei dati extracontabili o direttamente nel quadro T). Per vedere all’opera questi correttivi sarà però necessario attendere, entro il 31 marzo prossimo, quando è prevista l’approvazione ufficiale con apposito Dm, con il successivo “travaso” delle formule applicative sul software Gerico e l’aggiornamento dei modelli.







