Imposte

Imprese sui mercati finanziari, stesso trattamento fiscale per capitale e debito

La proposta della Commissione Ue ha l’obiettivo di rafforzare l’unione dei mercati dei capitali. Gentiloni: un contributo alla ricapitalizzazione delle imprese

di Beda Romano

Nel tentativo di incentivare le imprese a raccogliere denaro sui mercati finanziari piuttosto che a indebitarsi in banca, la Commissione europea ha presentato a Bruxelles un provvedimento legislativo che permetterà alle società di trattare il capitale sullo stesso piano del debito, almeno da un punto di vista fiscale. L’iniziativa fa parte dell’obiettivo più ampio di rafforzare l’unione dei mercati dei capitali a livello comunitario.

«La proposta di oggi (mercoledì 11 maggio, ndr) creerà condizioni di parità tra capitale e debito» sul trattamento fiscale, ha detto il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni in una conferenza stampa. «Questa misura contribuirà alla ricapitalizzazione delle imprese» perché diventino «più forti e sostenibili», e «sosterrà anche nuove imprese innovative». Gentiloni ha precisato che «questa iniziativa è importante per le società, ma anche per l’Unione europea nel suo insieme».

Le attuali regole fiscali a livello europeo danno al debito particolari vantaggi fiscali. Nei fatti, una azienda può dedurre gli interessi sul debito, ma non i costi di finanziamento del capitale. Questa regola, spiegava l’esecutivo comunitario, incentiva indirettamente il debito. Nel 2020, l’indebitamento delle aziende non finanziarie ammontava nell’Unione europea a 14,9 mila miliardi di euro, pari al 111% del prodotto interno lordo.

«Ridurre l’eccessiva dipendenza dal debito e sostenere un eventuale riequilibrio della struttura del capitale delle imprese, può influenzare positivamente la competitività e la crescita – spiegava Bruxelles –. L’approccio combinato di detrazione del capitale proprio e la deduzione limitata degli interessi dovrebbe aumentare gli investimenti dello 0,26% del Pil». L’obiettivo è anche di armonizzare le legislazioni nazionali (in sei paesi, tra cui l’Italia, la possibilità è già prevista dalla legge).

Concretamente, nota sempre la Commissione, «la detrazione per il capitale proprio verrebbe calcolata sulla base della differenza tra il capitale netto alla fine dell’anno fiscale in corso e il capitale netto alla fine dell’anno fiscale precedente, moltiplicata per un tasso di interesse virtuale. Ciò significa che la detrazione verrebbe concessa solo per la somma degli aumenti del patrimonio netto in un anno specifico». Il progetto di direttiva andrà ora approvato dal solo Consiglio, come previsto in campo fiscale.

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