Attività materiali, resta la doppia via tra princìpi nazionali e internazionali
Nonostante il recente aggiornamento dell’Oic 16 «immobilizzazioni materiali», tra il principio contabile nazionale e lo Ias 16 «Impianti, impianti e macchinari» rimangono ancora delle differenze significative.
Le divergenze tra i due impianti contabili assumono particolare rilevanza in occasione della first time adoption oppure di operazioni qualificabili come business combinations ai sensi dell’Ifrs 3 in cui l’acquirente è un soggetto Ias adopter mentre l’acquisito è un soggetto che adotta i principi contabili nazionali. In tali momenti, infatti, può esservi la necessità di rilevare un adeguamento derivante dai differenti criteri di rilevazione e valutazione.
Si analizzano di seguito le principali fattispecie per le quali il divario tra gli standard contabili non è stato colmato.
Nella fase di rilevazione iniziale, si riscontra una differenza con riferimento ai costi di smantellamento e di rimozione di un cespite e bonifica del sito su cui insiste. Secondo quanto previsto dallo Ias 16, par. 43, la stima di tali costi deve essere inclusa nel valore di iscrizione iniziale del bene mentre, secondo le indicazioni dell’Oic 16, par. 62, i costi di ripristino, di bonifica e i costi analoghi devono essere stanziati a conto economico, pro quota, lungo la vita utile del cespite.
Un’altra differenza si rileva nella contabilizzazione dei costi di manutenzione ciclica non incrementativa. Secondo l’Oic 16, par. 43, a fronte delle spese di manutenzione ordinaria svolte periodicamente dopo un certo numero di anni o ore di servizio maturate in più esercizi su certi grandi impianti, tipicamente navi ed aeromobili, viene iscritto nello stato patrimoniale un fondo manutenzione ciclica o periodica. Lo Ias 16, par. 13, prevede, invece, che l’entità rilevi tali costi nel valore contabile di un elemento di un cespite come una sostituzione di una parte di tale elemento, quando tale costo è sostenuto e solo a condizione che i criteri di rilevazione siano soddisfatti.
Le attività materiali, inoltre, in base allo Ias 16 possono essere valutate non solo al costo, come nell’Oic 16, ma anche utilizzando il modello della rideterminazione di valore (revaluation model). Secondo tale modello, un’attività, il cui fair value può essere attendibilmente determinato, deve essere iscritta a un valore pari al suo fair value alla data della rideterminazione di valore al netto di qualsiasi successivo ammortamento accumulato e di qualsiasi successiva perdita per riduzione di valore accumulata. Il principio prevede che l’entità debba scegliere la contabilizzazione con il modello del costo ovvero con il modello della rideterminazione del valore e applicare quel principio a una intera classe di immobili, impianti e macchinari.
Da ultimo, si rileva che se secondo l’Oic 16 le immobilizzazioni materiali possono essere rivalutate solo nei casi in cui la legge lo preveda o lo consenta, nello Ias 16 non sono previste rivalutazioni di legge ma solo la possibilità di valutare al fair value nel caso in cui si opti per il revaluation model.
Alle differenze sopra riportate si sommano quelle relative agli investimenti immobiliari, categoria di attività materiali disciplinata specificatamente dallo Ias 40 per la quale, invece, gli Oic non dettano regole diverse da quelle previste per gli immobili strumentali.