Controlli e liti

FISCO E SENTENZE/Deposito fiscale, concordato e ricostruzione induttiva dei ricavi

di Ferruccio Bogetti e Gianni Rota

Sul fronte di accertamento e riscossione la Cassazione spiega come chiedere in autotutela di annullare l’accertamento, afferma che l’applicazione formale della norma non evita l’accusa di pratica fiscale abusiva e ammette l’uso degli indici di redditività per dimostrare l’antieconomicità della gestione. In tema di bilanci e fallimenti il concordato preventivo salta se l’attestatore non è indipendente o se l’attestazione è lacunosa mentre la banca che non vigila rischia l’accusa di concorso in concessione abusiva del credito.


ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO / RISCOSSIONE
Va evidenziato l’interesse dell’amministrazione ad annullare l’accertamento
Il contribuente che richiede in via di autotutela all’Amministrazione di annullare un accertamento divenuto ormai definitivo non deve eccepire vizi dell’atto impositivo ma può prospettare unicamente l’esistenza di un interesse di carattere generale dell’Amministrazione volto alla sua rimozione.
■ Cassazione, sentenza 9762/2017


Ci può essere pratica fiscale abusiva anche se la norma è formalmete applicata
Sussiste la pratica fiscale abusiva quando, nonostante l’applicazione formale della norma, emerge dall’insieme degli elementi oggettivi la fruizione di un vantaggio fiscale contrario alla ratio legis e in tal caso l’Amministrazione è sempre obbligata a provare l’alterazione degli schemi negoziali classici operata dal contribuente.
■ Cassazione, sentenza 9771/2017


Il ruolo deve indicare gli interessi, il tasso applicato e la loro decorrenza
Se non è preceduta dalla formazione dell’atto impositivo, l’iscrizione a ruolo poi trasposta nella cartella esattoriale deve sempre essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile e in caso di addebito di interessi devono essere indicati il tasso al quale sono stati conteggiati e la data della loro decorrenza.
■ Cassazione, sentenza 9799/2017


Associazione sportiva con qualifica di Onlus solo se prova la partecipazione
L’Associazione sportiva dilettantistica che intende mantenere la qualifica di Onlus per godere delle agevolazioni fiscali, nonostante il rispetto dei requisiti formali, deve sempre provare il perseguimento delle finalità solidaristiche e la continuata ed effettiva partecipazione degli associati alla vita associativa.
■ Cassazione, sentenza 9831/2017


L’immissione virtuale nel deposito fiscale consente la detrazione Iva
L’immissione fisica della merce nel deposito fiscale costituisce un semplice requisito formale e in caso di immissione “virtuale”, cioè d’immissione senza transito della merce, ciascun Stato Ue non può negare il diritto alla detrazione dell’Iva assolta al momento dell’acquisto anche se può prevedere sanzioni appropriate in relazione alla gravità della violazione e alle sue conseguenze.
■ Cassazione, sentenza 9848/2017


Roe, Roi, Ros e Rod consentono la ricostruzione induttiva dei ricavi
Il Roe (indice di redditività del capitale proprio), il Roi (indice di redditività del capitale investito), il Ros (indice di redditività delle vendite) e il Rod (indice del costo del denaro) sono parametri oggettivi di misurazione della regolarità economica dell’impresa e sono utilizzabili ai fini accertativi per verificare l’antieconomicità della gestione e legittimare conseguentemente la ricostruzione induttiva dei ricavi.
■ Cassazione, sentenza 10091/2017


SOCIETÀ BILANCIO / FALLIMENTARE
Concordato preventivo a rischio se l’attestatore non è indipendente
La violazione del requisito di indipendenza da parte del professionista attestatore nel concordato preventivo mina la sua funzione di garanzia dei creditori e della procedura e quindi causa l’inammissibilità della domanda di concordato preventivo presentata e/o la revoca dell’eventuale decreto di omologa già intervenuto.
■ Cassazione, sentenza 9927/2017


Concorso in concessione abusiva di credito per la banca che non vigila
Il ricorso abusivo al credito da parte dell’imprenditore poi fallito rende la banca erogante correa di abusiva concessione di credito dovendo essa seguire i principi di sana e prudente gestione nel valutare il merito del credito sulla base di informazioni adeguate.
■ Cassazione, sentenza 9983/2017


Le gravi lacune dell’attestazione fanno revocare il concordato preventivo
Le lacune e le inesattezze contenute nella relazione del professionista attestatore e la mancata asseverazione in ordine alla funzionalità al proseguimento dell’attività d’impresa per il miglior soddisfacimento dei creditori e alla sostenibilità futura dell’attività determinano la sua sostanziale inesistenza e costituiscono motivo di giusta revoca del concordato preventivo.
■ Cassazione, sentenza 9976/2017

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