Il bilancio certifica le holding
Il legislatore coglie l’occasione del decreto legislativo di attuazione della direttiva Atad per definire le holding industriali. L’articolo 12, comma 1, lettera d) dello schema di decreto introduce infatti nel Tuir l’articolo 162-bis, che identifica tre categorie: intermediari finanziari, società di partecipazione finanziaria e società di partecipazione non finanziaria e assimilati, e ciò sia ai fini delle imposte sui redditi, sia ai fini Irap.
Infatti, l’articolo 6, comma 9 del Dlgs 446/97, fino ad oggi definisce le holding industriali come le società la cui attività consiste, in via esclusiva o prevalente, nella assunzione di partecipazioni in società esercenti attività diversa da quella creditizia o finanziaria, per le quali sussista l’obbligo dell’iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 113 del Tub (Dlgs 385/1993).
Il problema nasce dal fatto che l’articolo 7 del Dlgs 141/2010 ha abrogato l’elenco. Le istruzioni del modello Irap, preso atto dell’abrogazione dell’elenco, precisano: «l’esercizio prevalente dell’attività di assunzione di partecipazioni in società non finanziarie risulta verificato quando il valore contabile delle partecipazioni in società industriali risultante dal bilancio di esercizio eccede il 50% del totale dell’attivo patrimoniale (cfr. circolare 19 del 21 aprile 2009). Al riguardo, l’esercizio esclusivo o prevalente deve essere verificato tenendo conto non solo del valore di bilancio delle partecipazioni in società industriali ma anche del valore contabile degli altri elementi patrimoniali della holding relativi a rapporti intercorrenti con le medesime società quali, ad esempio, i crediti derivanti da finanziamenti (cfr. circolare 37 del 22 luglio 2009)».
Una siffatta precisazione, rilevante anche per l’articolo 96 del Tuir, richiedeva un adeguato supporto normativo, che viene ora introdotto dall’articolo 162-bis, laddove esso prevede che si considerano società di partecipazione non finanziaria e assimilati:
1)i soggetti che esercitano in via esclusiva o prevalente l’attività di assunzione di partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari;
2)i soggetti che svolgono attività non nei confronti del pubblico di cui al comma 2 dell’articolo 3 del regolamento emanato in materia di intermediari finanziari in attuazione degli articoli 106, comma 3; 112, comma 3 e 114 del decreto legislativo 385/1993, nonché dell’articolo 7-ter, comma 1-bis, della legge 130/1999.
A tal fine, si dispone che l’esercizio in via prevalente di attività di assunzione di partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari sussiste quando, in base ai dati del bilancio approvato relativo all’ultimo esercizio chiuso, l’ammontare complessivo delle partecipazioni in detti soggetti e altri elementi patrimoniali intercorrenti con i medesimi, unitariamente considerati, sia superiore al 50% del totale dell’attivo patrimoniale. In sostanza, a conferma delle istruzioni ai modelli dichiarativi, rileva il solo dato patrimoniale al fine di identificare le holding industriali. Tali previsioni, sebbene contenute nel Tuir, rilevano anche ai fini Irap. Le modifiche si applicano dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2018 ed è prevista una clausola di salvaguardia.