Professione

Legale indagato di riciclaggio. Sequestrati i conti della Stp

di Alessandro Galimberti

Conti correnti sequestrati all’associazione professionale indagata per riciclaggio, anche se il reato sarebbe stato commesso da un solo (ex) socio.

Il decreto di sequestro preventivo emesso il 23 agosto dal Gip di Milano, Guido Salvini, destinatario lo studio avvocati associati Bmea, apre un nuovo, delicatissimo fronte, nel recupero di (sospetti) proventi da evasione fiscale. Non solo perché ipotizza il reato di riciclaggio a carico del legale di fiducia, socio della Stp, sospettato di aver guidato la facoltosa cliente da Lugano a Jersey; ma soprattutto perché dopo aver tentato di recuperare decine di milioni sui conti della contribuente, il giudice ha messo i sigilli anche su 631.953 euro dello studio associato intercettati sul conto aperto presso uno sportello bergamasco.

I fatti di questa querelle giudiziaria, destinata verosimilmente a trascinarsi per vari gradi di giudizio, sono semplici quanto controversi.

La Guardia di finanza sulla scorta di un esposto del figlio apre l’inchiesta per evasione fiscale a carico di una signora novantenne, benestante quanto lucida e ben presente, contestandole di non aver versato 1 euro di tasse sui suoi trust in franchi svizzeri (progettati a Lugano «per almeno 105 milioni») e sull’appartamento del centro di Milano (4,5 milioni). Nonostante la signora dichiari di aver sempre e incontestabilmente vissuto in Svizzera, almeno fino al 2014 - e quindi di non essere tenuta all’adempimento tributario in Italia fino a quella data - l’inchiesta va avanti e coinvolge i suoi consulenti locali - l’avvocato - e britannici (il trustee). In luglio la Gdf inizia a cercare il patrimonio della signora, dando esecuzione al decreto chiesto dal pm Paolo Storari (40 milioni) ma nel frattempo la procura della Repubblica decide di indagare anche la Stp per l’illecito amministrativo del Dlgs 231/2001 (articolo 25-octies, riciclaggio).

Questo perché, scrive il Gip Salvini, l’avvocato della signora l’avrebbe accompagnata più volte in Svizzera e ritorno, consigliata su come liberarsi dalla marcatura ereditaria del figlio (il denunciante), e indotta a chiudere i rapporti con banche italiane e svizzere per saltare direttamente a Jersey, mentre l’altro consulente britannico la convinceva a trasformare il trust svizzero in uno nuovo di Jersey, anche per evitare alcune prospettate irregolarità commesse proprio a Lugano (non aver persistito, il trust, nell’attività di fondazione benefica per cui era stato istituito). Alla luce di queste condotte, argomenta il giudice, la Stp deve rispondere anche patrimonialmente per il «beneficio» goduto grazie ai comportamenti (presunti) illeciti dei suoi professionisti. In quale misura? Il magistrato calcola il valore delle parcelle dal 2012 - inizio del reato di riciclaggio - lo decurta dell’Iva e delle imposte pagate dagli associati, per un importo finale di 631.953 euro, «che costituisce il vantaggio conseguito dall’associazione professionale e derivante dall’illecito contestato».

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