Adempimenti

Niente più congruità con il passaggio agli Isa

di Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi

I nuovi indicatori sintetici di affidabilità (Isa) destinati a sostituire gli studi di settore saranno una sorta di “pagella fiscale” del contribuente. Si tratta, in buona sostanza, di un insieme di indici il cui esito si tradurrà in un vero e proprio voto (su una scala da 1 a 10) destinato ad esprimere, a seconda del punteggio attribuito, l'affidabilità fiscale dell'impresa o del professionista monitorato. Per coloro che meriteranno la “lode” ci sarà un regime fiscale premiale con alcuni vantaggi il cui contenuto pratico, però, ad oggi è ancora tutto da scoprire.

Come funziona

Il giudizio finale sarà il frutto di una media semplice, derivante dall'utilizzo di una serie di indicatori “elementari” di affidabilità a cui potranno aggiungersi altri indici di anomalia; questi ultimi avranno un loro peso nel voto complessivo solo se verranno riscontrati elementi anomali ricavabili dalla contabilità del contribuente (ad esempio, rimanenze iniziali di un anno diverse da quelle finali dell'anno precedente, costo del venduto negativo eccetera).

Con il nuovo corso, quindi, non saranno più i ricavi/compensi gli elementi principali ad essere stimati con riferimento alla singola annualità, ma si opererà un'analisi più completa sulla posizione del contribuente.

Ad esempio, secondo quanto reso noto dalla Sose, si stimeranno anche il valore aggiunto ed il reddito per addetto, la durata delle scorte, la consistenza delle rimanenze finali, il controllo del numero delle giornate retribuite. Altro elemento di novità riguarda il periodo di monitoraggio. Il meccanismo sembra si reggerà su un'analisi che abbraccerà un arco temporale lungo (gli esempi diffusi da Sose sono tarati sul periodo 2007-2014 e quindi 8 anni) anziché la singola annualità.

Addio alla congruità

Dal quadro che emerge, quindi, non dovrebbero più esistere i contribuenti congrui e quelli non congrui, ma il popolo delle partite iva sarà destinato ad essere suddiviso fra contribuenti “virtuosi” e “non virtuosi”, dove solo i primi godranno dei premi fiscali che saranno individuati nello specifico da un provvedimento ad hoc.

Problemi aperti

Nel nuovo contesto così delineato rimangono tuttavia molte incognite. La prima e più importante riguarda l'adeguamento ai ricavi stimati (i cosiddetti “ricavi puntuali”) che da sempre ha contraddistinto gli studi di settore, la cui possibilità concessa in dichiarazione, oltre che ad elevare il gettito erariale ha permesso a molte imprese la correzione dei propri dati in corsa, prima di un intervento accertativo del fisco. È evidente che in ambito Isa risulta difficile pensare alla possibilità di un adeguamento ad un indice/voto (da 1 a 10), fatto salvo il fatto che, visto che continueranno ad essere monitorati i ricavi (oltre che il valore aggiunto ed il reddito) potrebbe portare a ritenere comunque ancora possibile l'adeguamento in dichiarazione dei redditi anche se le modalità, probabilmente, cambieranno.

D'altro canto è difficile pensare che il fisco rinunci al gettito in termini di imposte dirette e Iva da “adeguamento studi di settore”.

Società di comodo

Ancora più dubbi sorgono con riferimento ai possibili collegamenti del nuovo sistema con la disciplina delle società di comodo. La nuova metodologia basata sugli indici di affidabilità (Isa) non si concilia con la normativa oggi in vigore che, come sappiamo, prevede per le società “congrue e coerenti” una specifica esimente dal regime previsto per le società di comodo, sia che si tratti di una società operativa sia che ci si trovi in presenza di una società in perdita sistematica. Occorrerà quindi intervenire per coordinare la disciplina oggi tracciata dal numero 6 sexies, del comma 1, dell'articolo 30 della legge 724/1994 con il nuovo sistema degli Isa che sostituirà gradualmente gli studi di settore.

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