Contabilità

Partecipate, da Livorno via libera al concordato per le «in house»

di Gianni Trovati

Arriva il primo concordato preventivo per una società pubblica affidataria in house di servizi locali, e arriva da Livorno dove i lunghi travagli dell’azienda di igiene urbana (la Aamps) scavati negli anni con le mancate riscossioni della Tari ed esplosi nel consuntivo 2014 hanno portato sotto inchiesta l’attuale sindaco Filippo Nogarin (M5S) e l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. Il concordato preventivo, accolto da un decreto appena depositato dalla sezione fallimentare del Tribunale di Livorno, evita il fallimento della società, e cambia lo scenario.

Oltre che sulle vicende livornesi, sfociate in un’accesa polemica nazionale nell’autunno scorso con la notizia dell’indagine a carico degli amministratori Cinque Stelle, il decreto del Tribunale offre prospettive nuove a tutta la gestione delle partecipate in crisi. Il punto di partenza è la loro fallibilità, ribadita dalla Cassazione con la sentenza 3196/2017 (su cui si veda Il Sole 24 Ore di martedì scorso). Se le società in house possono fallire, è il ragionamento, possono anche utilizzare gli altri strumenti della legge fallimentare, a partire dal concordato che si può aprire quando la maggioranza dei creditori è d’accordo.

Ed esattamente questo è successo a Livorno, dove la proposta ha raccolto l’ampia maggioranza dei creditori di tutte le classi ed ha aperto la strada al concordato, anche perché le prospettive della società non sembrano mettere in dubbio la sua continuità. In Toscana, in particolare, è in cantiere il gestore unico regionale, all’interno della riforma degli ambiti territoriali che le regole nazionali stanno provando a spingere da anni, ma come spiega il tribunale la novità si tradurrà solo «in una variazione della compagine sociale senza che da ciò possa derivare una modifica sostanziale della capacità di generare i flussi finanziari» necessari a pagare i creditori.

A cambiare decisamente, con il concordato, è invece la gestione della società, che sarà sottoposta a un controllo commissariale serrato. Il 25 di ogni mese l’Aamps dovrà informare il commissario sulla situazione economica del mese precedente, sull’andamento degli indicatori di efficienza e su eventuali scostamenti dal livello di costi e ricavi previsti dal piano; «informative costanti», poi, dovranno essere assicurate per quel che riguarda l’evoluzione dei rapporti con l’Autorità d’ambito, l’evoluzione del servizio secondo le linee decise dal Comune socio unico e le misure di controllo dei rischi in base al Dlgs 231. «La novità principale è questa – sottolinea il sindaco di Livorno Nogarin – perché la crisi dell’azienda nasce anche dal fatto che in passato la politica non ha saputo tenere una linea chiara di rigore». Ora, con la griglia dei controlli affidata al commissario, non ci sono più spazi per ripensamenti politici e sindacali, in una prospettiva che dopo Livorno potrà essere seguita anche in altri casi.

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