Imposte

Rete Ue tra atenei e aziende per l’innovazione

di Mattia Ceracchi* e Gianluigi Di Bello**

La futura strategia dell’Unione europea nel settore della ricerca e dell’innovazione passa dalla valorizzazione delle buone iniziative esistenti: l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit) è senza dubbio una storia di successo. Integrare gli ecosistemi europei di ricerca e innovazione promuovendo lo sviluppo e la crescita di poli di eccellenza e una più stretta collaborazione tra i differenti attori del «triangolo della conoscenza» (alta formazione, ricerca, industria), con l’obiettivo finale di incrementare la competitività europea a livello globale. Questa – in sintesi – l’ambiziosa mission dell’Eit, iniziativa nata nel 2008 e divenuta poi parte integrante di Horizon 2020, il Programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione.

Le attività dell’Eit – che ha sede a Budapest e riceve da Horizon 2020 un finanziamento di 2,35 miliardi di euro per la programmazione 2014-2020 - hanno l’obiettivo di aiutare innovatori e imprenditori europei a trasformare le proprie idee in prodotti e servizi per il mercato, contribuendo a determinare le condizioni favorevoli per la creazione di nuove imprese e – in definitiva – a formare una nuova generazione di imprenditori e di innovatori.

Principale strumento dell’Eit sono una serie di partenariati di alto livello, le comunità dell’innovazione e della conoscenza (Kic). Le Kic riuniscono gli attori del triangolo della conoscenza (università, centri di ricerca, imprese grandi, medie e piccole) nell’ambito di una determinata area tematica e portano avanti attività che coprono l’intera catena dell’innovazione, da programmi di istruzione e formazione, a servizi di supporto “dalla ricerca al mercato”, a progetti di innovazione, fino alla creazione di incubatori di imprese e acceleratori. Il fine ultimo della Kic è di competere e collaborare con altri centri di innovazione in tutto il mondo, diventando un centro di eccellenza europeo riconosciuto a livello globale.

Sei sono le Kic esistenti al momento, una per ciascuna delle seguenti aree tematiche: clima, digitale, energia, salute, materie prime, cibo. Diventeranno presto otto: il 2018 è l’anno di lancio di due nuove comunità dell’innovazione, nelle aree della mobilità urbana e dell’industria manifatturiera avanzata. I bandi per la selezione dei consorzi che andranno a costituire le due nuove Kic sono stati lanciati a gennaio e chiuderanno il 12 luglio 2018. I tre criteri chiave per la valutazione delle proposte riguardano: strategia (40 punti), implementazione (20 punti), impatto (40 punti). Il modello finanziario è basato sul cofinanziamento delle attività. La dotazione finanziaria prevede un ammontare di 400 milioni di euro in sette anni.

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