Un Comune, fin dalla sua istituzione, avvenuta con l’articolo 1 del Dlgs 360/98, ha approvato l’aliquota dell'addizionale comunale Irpef, una prima volta nella misura unica pari al 0,2%, poi al 0,6% e, per finire a partire dal 2014, nella misura di 0,80%, in assenza, però, del regolamento comunale quale atto prodromico per l'istituzione della citata imposta, in aperta violazione degli articoli 1, comma 3, Dlgs 360/98 e 52, comma 1, Dlgs 446/97. Si chiede se le semplici adozioni delle delibere annuali del consiglio comunale di conferma delle aliquote approvate, rivestano il carattere di valore regolamentare oppure se siano illegittime stante la necessità dell'approvazione del regolamento comunale per l’istituzione, nel panorama normativo dell’ente, di tale imposta. In tal ultimo caso, in caso di diniego espresso o tacito all’istanza di rimborso, relativamente all’imposta pagata negli ultimi 48 mesi, nel ricorso presentato alla Cgt occorre chiedere la disapplicazione di tutti gli atti deliberativi puntualmente indicati (numero e data delle delibere di consiglio comunali) o basta eccepire, genericamente, «la disapplicazione di tutte le delibere approvate in materia»?
A. A. - Caserta
Le delibere in tema di addizionale Irpef, se adeguatamente redatte e, quindi, volte a stabilire norme generali e astratte, applicabili a una pluralità indefinita di casi, possono avere valore regolamentare. Il Dipartimento delle finanze del Mef con la circolare 22 novembre 2019, n. 2/DF ha fornito alcuni chiarimenti sull’efficacia delle deliberazioni regolamentari e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali. In particolare, si è soffermato sia sull'efficacia costitutiva di pubblicazione...