Credito d’imposta per sconto in fattura, la differenza tra valore nominale e d’acquisto è provento finanziario
Nel bilancio ordinario la differenza va rilevata in modo decrescente negli anni di utilizzo
IL CASO. Una Srl perfeziona nel 2022 l’acquisto di un credito di imposta da un’altra società “cedente” che ha effettuato per un cliente i lavori agevolati ed ha applicato lo sconto in fattura (articolo 121, comma 1 del Dl 34/2020). Si ipotizza che il valore nominale del credito sia pari a 100, il prezzo di mercato pari a 90 (corrispondente ad un tasso di interesse implicito del 4%), il prezzo di acquisto pari a 75 (corrispondente ad un tasso effettivo del 10%) e che gli utilizzi in compensazione avvengano alla fine dei cinque esercizi successivi all’acquisto.
La Srl “cessionaria” decide di utilizzare il credito in compensazione con i propri debiti fiscali e di non procedere con un’ulteriore cessione a terzi. Dell’operazione deve essere data adeguata rappresentazione in bilancio secondo le indicazioni fornite dall’Oic nella comunicazione sulla contabilizzazione dei bonus fiscali.
1. La sostanza dell’operazione
La sostanza dell’operazione di acquisto del credito fatta dalla Srl è finanziaria. Essa, infatti, acquistando il credito anticipa al cedente la “cassa” in cambio di un credito che non ha rischio di controparte (è verso lo Stato) ma è esigibile su un orizzonte temporale di più anni. Pertanto, la differenza positiva tra il prezzo di acquisto del credito e il suo valore nominale è qualificabile come provento finanziario.
2. La rilevazione nel bilancio ordinario
Il credito acquistato deve essere iscritto al costo ammortizzato. Pertanto, considerato che il tasso di interesse implicito desumibile dalle condizioni contrattuali (il tasso al quale il valore attuale dei futuri utilizzi in compensazione è pari al prezzo di acquisto) è diverso da quello di mercato, il credito deve essere iscritto «al valore attuale delle compensazioni future determinato applicando tale tasso di mercato» e la differenza, tra tale valore (90) e il costo sostenuto dall’impresa cessionaria per l’acquisizione del credito (75), «è rilevata tra gli oneri/proventi finanziari del conto economico al momento della rilevazione iniziale» (per un importo pari a 15). Nell’ipotesi in cui, invece, il tasso di interesse implicito corrisponda a quello di mercato, il credito è iscritto al prezzo di acquisto e non emergono differenze finanziarie in sede di iscrizione.
3. I bilanci degli esercizi successivi
Negli esercizi successivi in cui la Srl cessionaria utilizza in quote costanti il credito - che ha un valore nominale di 100 ma è iscritto ad un valore di 90 – in bilancio si deve rilevare tale differenza di 10 come provento finanziario secondo il principio di competenza e dunque in modo decrescente, correlandosi il tasso di interesse pari a quello di mercato (4%) all'importo al valore residuo del credito che, si riduce di anno in anno con gli utilizzi in compensazione delle quote annuali.