Finanza

Fondo perduto attività chiuse, dai codici Ateco alle esclusioni: così l’istanza entro il 21 dicembre

Venti milioni per il contributo maggiorato alle discoteche mentre 120 milioni sono attribuiti in base ai ricavi 2019

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di Stefano Vignoli

In un mese di dicembre ricco di scadenze per i contributi a fondo perduto trova spazio anche il sostegno destinato alle attività economiche chiuse. L’agevolazione, introdotta con l’articolo 2 del Dl 73/2021, è destinata a favorire la continuità delle attività economiche che hanno subito la chiusura per un periodo complessivo di almeno 100 giorni nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 25 luglio 2021.

I beneficiari

I soggetti beneficiari sono stati individuati con decreto del Mise del 9 settembre 2021 che ha elencato 27 codici Ateco di soggetti potenzialmente beneficiari tra cui rientrano alcune tra le categorie più colpite dalle restrizioni quali numerose attività sportive (ad esempio corsi sportivi, di danza, gestioni di stadi, piscine e palestre), ricreative (ad esempio parchi divertimento, discoteche, sale giochi, musei), nonché convegni e fiere e commercio al dettaglio di oggetti d’arte.

Il codice Ateco

Il codice Ateco deve riferirsi all’attività prevalente esercitata dal contribuente alla data del 25 maggio 2021 (23 luglio 2021 nel caso delle discoteche). L’agenzia delle Entrate con provvedimento del 29 novembre 2021 ha approvato il modello per il riconoscimento del contributo con relative istruzioni e ha aperto i canali telematici dal 2 dicembre, data a partire della quale è possibile effettuare la richiesta.Termine ultimo entro cui presentare l’istanza attraverso i servizi telematici è il 21 dicembre 2021.

Gli importi spettanti

A ristoro delle attività economiche chiuse il legislatore ha previsto una dotazione di 140 milioni di euro, di cui 20 milioni destinati in via prioritaria al contributo maggiorato in favore delle discoteche – con attività chiusa alla data del 23 luglio 2021 - entro l’importo massimo di 25 mila euro per beneficiario.

Le residue risorse stanziate, pari a euro 120 milioni, sono invece attribuite in misura variabile in funzione di tre scaglioni di ricavi realizzati nel 2019. Più precisamente, il contributo, salvo maggiorazioni derivanti da economie per mancata assegnazione del «contributo discoteche», spetta nella misura massima di:

• 3mila euro per i soggetti con ricavi (o compensi) non superiori a 400mila euro nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019 ovvero per chi ha attivato la partita Iva successivamente a tale data;

• 7.500 euro per i soggetti con ricavi per il periodo d’imposta superiori a 400mila euro e fino a un milione di euro

• 12mila euro per i soggetti con ricavi superiori a un milione di euro.

Così, a un contribuente che esercita in via prevalente l’attività individuata con codice 93.29.10 «Discoteche, sale da ballo night-club e simili» con ricavi superiori a un milione nel 2019 spetterà un contributo massimo di 27mila euro potendo sommare il contributo ordinario a quello maggiorato dedicato alle discoteche.

Si tratta comunque di limiti massimi in quanto, in caso di incapienza di fondi, le somme vengono ripartite tra i beneficiari riconoscendo in via prioritaria i contributi minimi di euro 3mila a tutti.

Le esclusioni

Restano esclusi dal contributo le imprese di medie o grandi dimensioni che risultavano in difficoltà al 31 dicembre 2019 secondo la definizione comunitaria, rinvenibile all’articolo 2, punto 18, del regolamento Ue 651/2014.

La detassazione

Inoltre, come per gli altri contributi Covid, è prevista la detassazione ai fini delle imposte sui redditi e Irap e l’irrilevanza ai fini del rapporto di deducibilità degli interessi passivi previsto dagli articoli 61 e 109 comma 5 del Tuir.

La fruizione

Al contrario di altri contributi, il sostegno per le attività chiuse prevede soltanto la fruizione mediante accredito su conto corrente bancario o postale intestato o cointestato al richiedente, non essendo prevista la possibilità di beneficiare del credito di imposta.

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