Adempimenti

Il Mef annuncia la proroga dei versamenti al 20 luglio

Slittano le scadenze del 30 giugno per Iva e imposte dirette. Interessati i contribuenti Isa e anche i forfettari

immagine non disponibile

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il pressing dei professionisti e delle altre categorie produttive alla fine ha avuto la meglio. La proroga dei versamenti di imposte dirette e Iva in scadenza al 30 giugno arriverà con un Dpcm per spostare in avanti la scadenza al 20 luglio senza maggiorazioni e poi dal 21 luglio al 20 agosto (in virtù della pausa estiva) per chi opterà di andare alla cassa con lo 0,40% in più. Ad annunciarlo è stato il ministero dell’Economia con un comunicato.

Lo slittamento riguarderà la platea dei contribuenti per cui sono elaborati gli Isa. In pratica, una formulazione che interesserà anche forfettari e minimi, che non sono obbligati a compilare gli Isa ma si ritrovano nelle categorie per le quali le pagelle fiscali sono state comunque predisposte. A conti fatti si potrebbe trattare di una platea di quasi 4,5 milioni di contribuenti che potrebbero avere un po’ più di respiro nei versamenti in scadenza a fine mese dopo le difficoltà finanziarie conseguenti al lockdown e al calo del volume d’affari prodotto dall’emergenza coronavirus.

Come stimato dal Sole 24 Ore, la scadenza vale 29 miliardi per Irpef, Ires e sostitutive (il saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap sono stati, infatti, cancellati dal Governo con il Dl rilancio ora all’esame della Camera). Una cifra che aveva finora indotto anche il Mef a desistere dall’ipotesi di concedere più tempo per i versamenti, anche in considerazione del differimento già disposto entro il 16 settembre per la ripresa dei pagamenti di Iva, ritenute e contributi sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio.

Ma non solo, perché nell’amministrazione finanziaria era finora prevalso il ragionamento che non c’erano ragioni tecniche per differire in avanti i termini in quanto il software per gli Isa 2020 è stato rilasciato lo scorso 4 maggio.

Tuttavia ha prevalso la tenacia con cui il mondo produttivo ha chiesto uno slittamento. In particolare i commercialisti hanno fatto notare agli interlocutori istituzionali le difficoltà a cui stanno facendo fronte gli studi. Con un ingolfamento di adempimenti prodotti sia dalle sospensioni a causa del coronavirus sia dal lavoro extra arrivato, ad esempio, per la richiesta di indennità. Basti pensare che appena una settimana fa è stato aperto il canale per l’invio telematico alle Entrate delle istanze di fondo perduto.

A fronte di queste considerazioni nove sigle sindacali dei commercialisti avevano chiesto al Mef e all’Agenzia di prendere atto della situazione e di intervenire evitando le proroghe dell’ultimo minuto (si veda l’articolo di Valeria Uva su NT+ Fisco).

Si interverrà con un Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri): la trafila prevede oltre alla firma del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, quella del premier Giuseppe Conte e la registrazione alla Corte dei conti prima di approdare in «Gazzetta Ufficiale».

Del resto, la via di un emendamento al decreto rilancio - con proposte in questo senso arrivate sia dall’opposizione che dalla maggioranza - non avrebbe comunque consentito di spostare il termine prima della scadenza di versamenti del 30 giugno, visto che la conversione del provvedimento è ancora alla prima lettura parlamentare ed eventuali correttivi entrerebbero in vigore soltanto dopo il 18 luglio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©