Pex, serve l’avvio di operazioni commerciali

Ai fini dell’applicazione della disciplina Pex non rileva il contenuto dell’oggetto sociale della società partecipata ma occorre guardare all’attività effettivamente svolta. A tale proposito, in presenza di società in fase di start up, bisogna verificare se la stessa, dopo lo svolgimento delle operazioni preliminari, abbia davvero avviato l’attività commerciale. L’indicazione giunge dalla sentenza n. 38066 della Corte di Cassazione, depositata ieri.

Ai sensi dell’articolo 87 del Tuir, sono esenti nella misura del 95 per cento le cessioni di partecipazioni effettuate in regime d’impresa, a condizione, tra l’altro, che il soggetto partecipato svolga una effettiva attività commerciale per un periodo di almeno tre periodi d’imposta antecedenti quello del realizzo. Ciò al fine di agevolare solo le società operative e non anche quelle di puro godimento (ad es., immobiliari). Nel caso esaminato dalla Corte si era di fronte ad una società di nuova costituzione, in fase ancora di start up. In proposito, la Cassazione ha aderito alla tesi espressa dalle Entrate nella circolare n. 7/E/2013, che ha distinto la fase delle operazioni propedeutiche all’esercizio effettivo dell’attività d’impresa dal concreto avvio di quest'ultima. La prima (studi preparatori, ricerche di mercato, eccetera) di per sé non può considerarsi effettiva attività commerciale. Tuttavia, se l’esercizio d’impresa viene successivamente intrapreso, ai fini del computo del periodo triennale si tiene conto anche della fase di start up.

La Corte ha pertanto cassato la sentenza di merito che aveva invece ritenuto dirimente il solo esame dell’oggetto sociale della partecipata. Il criterio di diritto cui la Commissione del rinvio dovrà attenersi consiste dunque nell’accertare se la società partecipata, dopo il periodo preliminare susseguente alla costituzione, abbia in concreto avviato le operazioni commerciali.