Controlli e liti

Black list se non c'è scambio dati

di Marco Bellinazzo

All'orizzonte della legge di Stabilità 2015 si profila la creazione di una ulteriore lista “nera”. Tra le misure per il contrasto all'evasione (articolo 44), nel testo bollinato dalla Ragioneria e inviato alla Presidenza della Repubblica è stata infatti inserita una disposizione che concede al ministro dell'Economia il potere di individuare con un proprio decreto «regimi fiscali privilegiati con esclusivo riferimento alla mancanza di un adeguato scambio di informazioni». L'elenco dovrà essere emanato nell'attesa della definizione di una white list dei paesi più trasparenti in relazione ai quali è possibile dedurre i costi di eventuali operazioni realizzate con soggetti residenti (come previsto dagli articoli 110, comma 10, e 168-bis del Dpr 917/86).
L'Italia sta portando avanti in questi mesi trattative con numerosi Stati per siglare Convenzioni contro le doppie imposizioni che includono un articolo in materia di scambio di informazioni aggiornato agli standard Ocse o i cosiddetti Tiea (Tax Information Exchange Agreement). Tra le convenzioni entrate in vigore più di recente si segnalano quelle con Cipro, Federazione Russa, Malta, Singapore e San Marino. Ma sono state firmate altre convenzioni con Corea del Sud, Hong Kong, Lussemburgo e Messico. Mentre sono stati siglati Tiea con Bermuda, Cayman, Cook Islands, Gibilterra, Guernsey, Jersey, Isle of Man.
A livello internazionale, del resto, sta prevalendo una tendenza a implementare modelli di scambio automatico delle informazioni fondati su accordi multilaterali. E le novità che vanno maturando in ambito Ocse, soprattutto in chiave Fatca, con i sistemi multilaterali Crs (Common reporting standard), avranno un impatto anche sulla disciplina italiana delle black list. Attualmente sono usate dall'amministrazione finanziaria italiana quattro black list e una white list. C'è la black list dedicata alle persone fisiche che individua Stati o territori con un regime fiscale privilegiato e stabilisce una sorta di presunzione di residenza (e quindi di tassazione) in Italia per chi vi si trasferisce (con l'inversione dell'onere della prova). C'è poi la black list relativa alle Cfc, “controlled foreign companies”, la black list prevista dal Dm 23 gennaio 2002 che stabilisce invece l'indeducibilità dei costi derivanti da operazioni intercorse con imprese situate in determinati Paesi o territori a fiscalità privilegiata e la cosiddetta “black list Iva”. Infine, va ricordata la “white list” prevista dal Dm 4 settembre 1996 che ha fissato un elenco di Stati collaborativi ai fini del regime fiscale degli interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati.

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