Controlli e liti

Berna, dati in automatico nel 2017

di Lino Terlizzi

Scambio automatico di informazioni al via tra il 2017 e il 2018. Trattative con la Ue per la regolarizzazione del passato e l'accesso ai mercati. Revisione dell'accordo Fatca con gli Usa. Sono i tre punti principali della posizione del governo svizzero in campo fiscale. Il ministro elvetico delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, ha inviato una lettera al Forum globale mondiale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni, che comprende i paesi Ocse e G20. Il governo elvetico ha approvato la lettera e ne ha reso noto ieri il contenuto.
Nella missiva Berna ribadisce l'intenzione di introdurre in tempo utile la base legale per lo scambio automatico di informazioni. Gli istituti bancari e finanziari elvetici potrebbero iniziare a rilevare i dati dei conti dei clienti stranieri non residenti in Svizzera nel corso del 2017, ed effettuare il primo scambio di dati nel 2018, a condizione che i parlamentari, e gli elettori in caso di referendum, approvino testi di legge e accordi. Un primo gruppo di oltre 40 stati , i cosiddetti early adopters, cioè utilizzatori precoci (tra cui Italia, Francia, Germania), intende iniziare a rilevare dati già nel 2016 e procedere al primo scambio nel 2017.
Per quel che concerne gli svizzeri e in generale i residenti nella Confederazione, per ora rimangono in vigore le norme sul segreto bancario. Un'iniziativa denominata “Sì alla protezione della sfera privata”, che ha l'obiettivo di confermare queste norme sul piano interno, ha raccolto le firme per arrivare ad un referendum. Prima del voto popolare l'iniziativa dovrà però essere esaminata dal governo e dal parlamento.
L'esecutivo elvetico vuole inoltre avviare trattative con l'Unione europea per trovare soluzioni sulla regolarizzazione del passato per i capitali non dichiarati e depositati nella Confederazione, oltre che sul libero accesso ai mercati dei servizi finanziari. Berna vorrebbe inoltre estendere i negoziati sulla regolarizzazione ad aree e Stati con cui esistono strette relazioni economiche e politiche. Per quel che riguarda gli Stati Uniti, Berna vuole rivedere l'accordo Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act): i dati tra le autorità competenti verrebbero scambiati automaticamente e su base di reciprocità.
Intanto sul versante della vicenda in Francia di Ubs, la maggior banca elvetica, è spuntata una nuova versione. Il giornale elvetico SonntagsZeitung domenica scorsa aveva scritto che i nomi di 300 clienti sospettati di evasione fiscale erano stati inviati da Berna alle autorità di Parigi e che i clienti toccati non erano stati informati, sulla base delle norme svizzere entrate in vigore l'agosto scorso.
Il quotidiano zurighese Neue Zürcher Zeitung (Nzz) ha invece citato proprie fonti che indicano che i nomi sono 100 e che i clienti sono stati informati. Un portavoce dell'Amministrazione federale delle contribuzioni (Afc) ha confermato al quotidiano che le nuove norme di agosto non sono state utilizzate. Queste norme prevedono l'assenza di informazione ai clienti in casi particolari, ad esempio se la procedura estera rischia di essere gravemente danneggiata.
L'invio dei 100 nomi sarebbe insomma stato fatto sulla base delle già esistenti regole di assistenza. Ubs, oltre a questa partita dei nomi, deve affrontare in Francia il capitolo di eventuali multe per riciclaggio di proventi di frode fiscale e reclutamento illecito di clienti. La banca elvetica, che respinge le accuse, ha dovuto versare una maxicauzione di 1,1 miliardi di euro.

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