Controlli e liti

Difesa dell’Agenzia, la procura non è valida

di Alessia Urbani Neri

L’agenzia delle Entrate e della Riscossione (Ader) che si fa rappresentare in giudizio da un avvocato del libero foro ha l’onere, pena la nullità del mandato difensivo e dell’atto di costituzione su di esso basato, di indicare e allegare le fonti del potere di rappresentanza e assistenza di quest’ultimo in alternativa al patrocinio per regola generale esercitato, salvo conflitto di interessi, dall’Avvocatura dello Stato.

Tanto viene affermato dalla Ctp Parma nella sentenza 38/2019 (presidente Cavani, relatore Bandini) la quale, richiamando recenti pronunce della Suprema Corte 28684 e 28741 del 2018, da ultimo confermate dalla decisione 1992/2019, ha dichiarato il difetto di rappresentanza processuale dell'ente di riscossione per invalidità della procura con conseguente nullità della sua costituzione in giudizio ed inefficacia degli atti difensivi, pronunciandosi poi nel merito della legittimità della cartella di pagamento impugnata. Il giudizio tributario è, infatti, giudizio-impugnazione e la presenza nel fascicolo d'ufficio dell'atto impugnato legittima l'autorità giudiziaria a pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa creditoria.

Nella specie, il contribuente aveva impugnato una cartella di pagamento per vizi propri, pur senza contestare la debenza delle imposte. La Ctp ha accolto nel merito la domanda del contribuente per carenza di motivazione della cartella, non venendo riportati in essa le modalità di calcolo degli interessi e per irragionevolezza della somma richiesta a titolo di aggio rispetto all'ammontare degli oneri tributari.

La pronuncia si pone in rilievo anzitutto per l’esame della problematica afferente la rappresentanza processuale dell’Ader. Come è noto il comma 8 dell’articolo 1 del Dl 193/2016, istitutivo dell’agenzia delle Entrate e della Riscossione, successore a titolo universale di Equitalia Spa, ha previsto che la difesa tecnica nei nuovi giudizi instaurati dopo l’entrata in vigore della norma, deve essere affidata all’Avvocatura dello Stato ai sensi dell’articolo 43 del Regio decreto 1611/1933 (patrocinio facoltativo), fatta eccezione per le ipotesi di conflitto di interesse con l’ente impositore.

L’Ader ha comunque facoltà di farsi assistere da un avvocato del libero foro purchè si sia in presenza di un “caso speciale” che rientri nei criteri fissati nell'atto organizzativo generale di legittimazione dell'ente a ricorrere alla difesa di avvocati del libero foro e vi sia una delibera dell’organo superiore, sottoposta al vaglio degli organi di vigilanza con produzione in giudizio della relativa documentazione giustificativa. In difetto, la costituzione, unitamente alle difese e alle prove ad esso allegate saranno considerate nulle per difetto di procura.

Quanto sostenuto trova conforto nelle citate pronunce della Suprema Corte, ove è stato altresì specificato che secondo una corretta lettura dell’articolo 1 del Dl 193/2016, nei giudizi civili di merito (esclusa, quindi, la Corte di cassazione), l’Ader può farsi rappresentare direttamente da un dipendente nei processi avanti le Commissioni tributarie e negli altri giudizi da un funzionario delegato, a differenza dei dipendenti dell’agenzia delle Entrate, che possono essere presenti nei giudizi sia civili che tributari direttamente, senza la necessità di acquisire alcuna delega da parte del direttore dell’ufficio.

Ctp Parma 38/3/2019

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