Adempimenti

Crediti fiscali oltre i 5mila euro, stretta al via con la scadenza al 16 gennaio

di Luca Gaiani e Giovanni Parente

Un’anteprima di quello che si verificherà nei prossimi mesi. Il primo test sulla stretta per crediti Irpef, Ires e Irap oltre 5mila euro che da quest’anno devono transitare prima in dichiarazione dei redditi per essere utilizzati in compensazione sarà giovedì 16 gennaio, quando scadranno i termini per il versamento delle ritenute da parte dei sostituti d’imposta e per i versamenti Iva. Quindi le cosiddette compensazioni orizzontali, ossia quelle in cui il credito viene usato per abbattere un debito d’imposta di diversa natura, incontreranno il limite imposto dal decreto fiscale collegato alla manovra. Da quest’anno, infatti, i crediti relativi a imposte sui redditi e addizionali, imposte sostitutive e Irap possono essere sfruttati solo dal decimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione da cui emerge. Una stretta che nelle intenzioni di Governo e Parlamento punta a colpire le indebite compensazioni e da cui complessivamente dovrebbe derivare una minore spesa per l’Erario di 1.084 milioni nel primo anno di applicazione. Cifra a cui darà il suo “contributo” anche lo slittamento che, secondo le stime della relazione tecnica, vale 284 milioni e, in virtù del quale, molti crediti saranno poi “rimandati” al 2021.

Già, perché l’incognita principale per imprese, autonomi e contribuenti persone fisiche resta quando si potranno utilizzare i crediti riferiti all’anno d’imposta 2019. Il termine ultimo di presentazione dei modelli Redditi e Irap è ormai a regime il 30 novembre. Quindi c’è il rischio che si vada addirittura oltre la prima decade di dicembre. Naturalmente la campagna dichiarativa dovrebbe aprire molto prima: dal mese di maggio, quando dovrebbero essere disponibili i programmi di compilazione. Ma basta pensare ai 3,6 milioni di attività economiche e professionali obbligati alle nuove pagelle fiscali che lo scorso anno hanno dovuto attendere tra fine giugno e inizio luglio per avere a disposizione il kit di strumenti per presentare le dichiarazione per comprendere come i tempi sono giocoforza destinati a dilatarsi.

Di fatto, quindi, anche il versamento delle imposte rischia di mettere ulteriormente alla prova la liquidità soprattutto di chi svolge un’attività economica che nelle compensazioni ha trovato nel tempo un aiuto per abbattere il conto nei confronti del Fisco. Solo che il meccanismo ha fatto gola anche a chi ha artificiosamente creato crediti e quindi ha sfruttato le compensazioni non avendone diritto. Così negli ultimi anni si sono susseguite diverse misure restrittive, fino ad arrivare a quella debuttata a fine ottobre 2018 con la possibilità per l’Agenzia di effettuare controlli preventivi in presenza di situazioni ritenute a rischio e di sospendere per 30 giorni le deleghe di pagamento. Un controllo che le nuove regole dovrebbero ulteriormente facilitare perché le Entrate potranno scartare gli F24 in cui compaiono crediti senza riscontro nelle dichiarazioni.

Ma c’è di più, perché il decreto fiscale introduce per tutti (e non solo per i titolari di partita Iva) l’obbligo di passare dai canali telematici delle Entrate per chi ha un credito da portare in compensazione, che quindi non si potrà più usare con l’home banking (si veda anche l’altro articolo in pagina).

Per completare il quadro nel collegato alla manovra ci sono anche altre due strette al debutto dal 2020: lo stop alle compensazioni in caso di accollo del debito e in caso di cessazione della partita Iva. Due misure da cui è atteso complessivamente quasi mezzo miliardo di euro.

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