Imposte

Forfettari a 85mila euro: l’ok della Ue fino al 2024 prepara la riforma

Via libera retroattivo dal 1° gennaio 2023 da parte del Consiglio dell’Unione. Confermata l’eventuale rettifica dell’Iva nella dichiarazione 2023

Autorizzata la misura speciale che prevede l’innalzamento della soglia per il regime forfettario da 65mila a 85mila euro. Con la decisione di esecuzione (Ue) 2023/664 il Consiglio dell’Unione autorizza l’Italia, con effetto retroattivo al 1° gennaio 2023, ad esentare dall’Iva i soggetti passivi il cui volume d’affari annuo non supera gli 85mila euro.

Secondo il Consiglio, infatti, la richiesta presentata dall’Italia è in linea con la direttiva (Ue) 2020/285 che mira a ridurre l’onere di conformità per le piccole imprese ed evitare distorsioni della concorrenza del mercato interno.

Pertanto, tenuto conto dell’incidenza positiva che la misura speciale ha avuto sulla semplificazione degli obblighi in materia di Iva, poiché ha ridotto gli oneri amministrativi e i costi di conformità per le piccole imprese e per le autorità fiscali e ha consentito all’Italia di destinare maggiori risorse alla lotta contro le frodi in materia di Iva, concentrando le attività di controllo sui soggetti passivi di maggiore entità, e tenuto conto dell’effetto trascurabile sul gettito Iva totale riscosso, il Consiglio ha ritenuto opportuno autorizzare l’Italia alla misura speciale.

È stato autorizzato, quindi, quanto disposto dall’articolo 1, comma 54 della legge di Bilancio 2023 che fissa a 85mila euro la soglia di ricavi e compensi che consente di applicare un’imposta forfettaria del 15% sostitutiva di quelle ordinariamente previste, ovvero del 5% per le nuove attività per i primi 5 anni, al ricorrere di determinate condizioni.

Si amplia, di fatto, la platea di coloro che rientrano nel regime forfettario, ma per i quali resta ferma la facoltà di optare per il regime normale. Occorre prestare attenzione però al fatto che al superamento della soglia prevista dalla norma, conformemente alla previgente disciplina del regime forfettario, si esce da tale regime a decorrere dal periodo di imposta successivo, tranne nelle ipotesi in cui siano stati maturati ricavi o compensi superiori a 100mila euro, in quanto la disposizione prevede che tale agevolazione cessa immediatamente, senza aspettare l’anno fiscale seguente, comportando, di fatto, l’obbligo di applicare l’Iva a partire dalle operazioni effettuate al superamento del predetto limite.

Inoltre, coloro che, anche in virtù di questo innalzamento della soglia, passano dal regime ordinario al regime forfettario, dovranno rettificare la detrazione dell’Iva operata negli anni precedenti in occasione dell’acquisto di beni strumentali; la rettifica dovrà essere effettuata nella dichiarazione Iva 2023.

Si ricorda che il regime forfettario è riservato alle persone fisiche titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo, che non devono aver percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati eccedenti l’importo di 30mila euro.

L’autorizzazione del Consiglio della Ue, che ha effetto fino al 31 dicembre 2024, è sostanzialmente in linea con i tempi che l’articolo 1 della legge delega al Governo per la riforma fiscale, attribuisce a quest’ultimo per adottare uno o più decreti legislativi per la revisione del sistema tributario. È previsto, infatti, che i decreti siano adottati entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge delega.

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