Adempimenti

Il difficile rapporto tra fisco e contribuenti

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di Angelo Cremonese

Le modifiche intervenute sugli acconti d’imposta sono l’ennesimo segnale di un Fisco che presta poca attenzione alle imprese e le colpisce con misure che portano maggiori oneri formali e sostanziali.

Continuità con il passato
Le continue variazioni nei calcoli costringono troppo spesso i contribuenti a veri e propri tour de force per rispettare le scadenze e non incorrere in errori nei versamenti, pesantemente sanzionati. L’impressione che sembra emergere dalla lettura dei provvedimenti della prima manovra del governo Conte è quella di una sostanziale continuità con il passato. Non si affrontano i nodi strutturali del nostro sistema fiscale e si ignorano del tutto i temi del futuro dei rapporti tra fisco e contribuente. Gli interventi correttivi determinano sensibili cambiamenti soprattutto per banche ed assicurazioni, che subiranno un incremento della pressione fiscale e maggiori esborsi a livello finanziario. Queste misure hanno anche un ruolo di “maquillage” per la finanza pubblica, ampliando le risorse disponibili e permettendo allo Stato di spendere oggi quello che avrebbe dovuto incassare domani.

Le aspettative
Il maggior gettito, stimato complessivamente in circa quattro miliardi di euro, sarà chiamato a ricoprire un ruolo chiave nel finanziamento di misure a forte impatto politico quali: la riforma delle pensioni, il reddito di cittadinanza e la “mini-flat tax”. L’efficacia di simili interventi dovrà tuttavia misurarsi con le ipotizzabili ripercussioni che un aumento della tassazione in capo a banche ed assicurazioni comporterà in termini di costi – del credito e dei prodotti assicurativi – a carico di imprese e privati consumatori finali.

I risvolti economici dubbi
Il rischio è quello di un ridimensionamento degli investimenti privati, con le ovvie conseguenze in termini di ripresa dell’economia reale e della produttività di piccole e medie imprese. Le preannunciate misure sociali possono dunque tradursi in un mero tentativo redistributivo di ottenere una diversa allocazione della ricchezza (verso una particolare fascia di popolazione) con chiari effetti, soprattutto politici, nel breve periodo ma con dubbi risvolti economici in termini di crescita e competitività nel medio-lungo periodo.

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