Controlli e liti

Ruffini a Telefisco: «Recupereremo gli aiuti per la pandemia che non erano dovuti»

Il direttore delle Entrate: sulla sanatoria per il bonus ricerca e sviluppo il modello anticiperà i tempi

di Fabio Tamburini

La lotta all’evasione, che dovrebbe essere una costante, passerà dalla lotta alla sottofatturazione. Quale ruolo potrà avere l’aumento degli obblighi di fattura elettronica?

Il vostro giornale ha dato ampio spazio alla discussione sull’opportunità di estendere l’obbligo della fattura elettronica anche ai forfettari. Il mese scorso la Commissione Ue ha dato il via libera. Adesso la parola spetta al legislatore. In Italia ci sono circa un milione e seicentomila soggetti forfettari. A loro oggi non è esteso l’obbligo di fattura elettronica ma già circa la metà di loro la utilizza. Quindi è già uno strumento che ha preso piede, anche perché dopo la diffidenza iniziale ci si è resi conto delle opportunità che dà questo strumento, grazie anche alla condivisione dei problemi con i professionisti . Il sistema attuale consente ai soggetti Iva di rendere più facili una serie di adempimenti. E ha aiutato la pubblica amministrazione a rilevare in maniera più mirata fenomeni di evasione oltre a monitorare lo stato dell’economia per introdurre strumenti e aiuti ai settori più colpiti dalla pandemia.

Sempre nella lotta all’evasione potrebbe essere utile trasformare le lettere di compliance in accertamento esecutivo per quei contribuenti che invitati dal fisco a dare spiegazioni non lo fanno?

Le lettere di compliance si sono dimostrate un valido strumento per il percorso di avvicinamento del fisco al contribuente perché consentono di segnalare eventuali errori e dare la possibilità a chi le riceve di poterli regolarizzare con pagamenti ridotti senza vedersi arrivare direttamente atti di accertamento o di liquidazione. La possibilità di rendere la lettera di compliance direttamente un atto che, decorso un termine, diventa esecutivo è una scelta che spetta al legislatore. Laddove dovesse avvenire, è chiaro che si comprimono i tempi ai fini della riscossione.

Quanto pesano i comportamenti di inerzia da parte dei contribuenti che ricevono le lettere?

Un’ampia parte dei contribuenti regolarizza la propria posizione. Ma c’è chi, pur ricevendole non lo fa, ponendosi al di fuori del perimetro di chi intende essere leale nei confronti della collettività: se tutti pagassimo tutto, tutti pagherebbero meno. Tendenzialmente le lettere invitano alla regolarizzazione di errori formali. Noi continuiamo a cercare di stimolare e di rendere il più possibile conosciuta questa opportunità.

Il decreto fiscale collegato alla manovra prevede una sanatoria per le irregolarità su Ricerca e sviluppo. A che punto è la norma attuativa?

Il collegato fiscale ha introdotto una forma di riversamento spontaneo dei crediti d’imposta usufruiti indebitamente dai contribuenti per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, anche nel caso in cui l’amministrazione abbia iniziato attività istruttorie. Il legislatore ha previsto che la richiesta possa essere effettuata entro il 30 settembre. E che il modello per il riversamento debba essere approvato dall’Agenzia entro maggio. Faremo di tutto per riuscirci anche prima.

Purtroppo i furbetti sono sempre all’opera e questo è accaduto anche per le agevolazioni Covid incassate da chi non avrebbe dovuto ottenerle. Che obiettivo avete fissato per il recupero di quanto è stato dato a chi non ne aveva diritto?

Non abbiamo un obiettivo economico rispetto al recupero. Dobbiamo però essere chiari: non è ammissibile sottrarre risorse, specialmente in questo periodo. Stiamo ricorrendo quindi a tutti gli strumenti a nostra disposizione per analizzare gli accrediti effettuati e recuperare le risorse che sono state indebitamente fruite. È importante che tutto venga recuperato per dare un segnale ai cittadini onesti.

Nel 2021 avete pubblicato quasi un migliaio di risposte a interpelli. Non vede il rischio che si arrivi a un fisco sempre più casistico?

Noi non facciamo che rispondere alle domande che ci vengono poste. Ma da tempo segnaliamo l’urgenza di sfoltire il panorama legislativo tributario. Abbiamo circa 800 norme vigenti che vengono modificate anno dopo anno e tutto questo comporta una giungla in cui è difficile trovare la bussola ed è facile, per chi ha intenzione di sottrarsi ai propri doveri, nascondersi dietro qualche cavillo. Nel 2018 ho scelto di rendere pubblici questi interpelli nella speranza che la loro diffusione consenta a chi ha un dubbio interpretativo di potersi avvalere delle risposte date ad altri contribuenti. Parlamento e Governo intendono mettere mano alla codificazione attraverso testi unici che sicuramente farebbero chiarezza.

Siamo ancora in piena pandemia. Abbiamo molte segnalazioni di difficoltà dei contribuenti a relazionarsi con gli uffici. A voi risultano queste difficoltà? Come intendete muovervi?

Ci stiamo impegnando con risorse umane e tecnologiche per andare incontro a questi problemi. Abbiamo cercato di eliminare il più possibile l’accesso agli uffici, per la sicurezza di lavoratori e contribuenti. Quasi il 90% delle pratiche sul canale Civis viene lavorato entro tre giorni. Stiamo cercando comunque di migliorare ulteriormente. Abbiamo, però, anche un problema legato al personale. Abbiamo affrontato già la prima fase di un concorso da 2mila posti attraverso la tecnologia: grazie a Formez in tre giorni abbiamo esaminato 30mila candidati per la prima prova, mentre la seconda si svolgerà i primi giorni di febbraio. Entro l’anno, poi, faremo concorsi per altri 4mila dipendenti. Allo stesso tempo a Riscossione abbiamo già introdotto il sistema dello sportello telematico, che consente di prenotare una videochiamata con un funzionario. Sta funzionando bene e presto estenderemo questo servizio anche alle Entrate.

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