Controlli e liti

Si cerca la strada per tagliare le liti pendenti

Il senatore D’Alfonso rilancia il tema alla vigilia dell’esame del Ddl sul processo tributario

di Alessandro Galimberti

Il cantiere per lo smaltimento dell'arretrato tributario è ufficialmente partito ed entro luglio partorirà l'atteso provvedimento destinato ad allinearsi alla riforma del fisco e, soprattutto, della magistratura tributaria.
A trarre metaforicamente il dado su una delle questioni preliminari più delicate del cammino della riforma, con una cautela quantomeno pari all'importanza del messaggio lanciato, è stato ieri il senatore Luciano D'Alfonso, presidente della commissione Finanze del Senato, nel corso del convegno Facing International Tax trends, organizzato dallo studio tributario Maisto e associati.
D'Alfonso ha anticipato che, nell'ambito della riforma del processo tributario, sarà prevista una «misura di pace fiscale per la definizione delle liti tributarie pendenti. L‘obiettivo è sgravare significativamente il carico dei procedimenti contenziosi tributari pendenti presso le commissioni tributarie di primo e secondo grado e presso la Cassazione».
Secondo il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama il contenzioso in giacenza presso la Cassazione deve essere affrontato, «a partire dal discernimento riguardante gli esiti di primo e secondo grado sottostanti».
Per il senatore del Pd, che ha comunque sottolineato l'importanza di trovare «molte e diverse genitorialità» al percorso di riforme, il nodo è la consistenza risalente di contenzioso. La riforma della giustizia tributaria «non potrà non affrontare le situazioni di conflittualità preesistenti».
Per contestualizzare le indicazioni del presidente della commissione Finanze è opportuno tornare agli elementi di indirizzo contenuti già nel documento votato dalle due commissioni Finanze di Camera e Senato per quanto concerne l'onere della prova e la condivisione del patrimonio conoscitivo nelle disponibilità dell'ordinamento tributario, oltre all'articolo 71 del Dl Cura Italia sulla cosidetta «premialità fiscale» destinato a fare ulteriori passi avanti, realizzando forme crescenti di riconoscimento e di valutazione.
I binari di quella che nei corridoi già si definisce, come da tradizione, la sanatoria delle liti fiscali sono quindi già chiari, come chiare sono le proiezioni dell'analisi che verrà effettuata sull'arretrato.
In sostanza, stando a queste probabili linee guida, lo smaltimento colpirà “di diritto” quei fascicoli dove il principio dell'onere probatorio a carico dell'amministrazione non è stato pienamente rispettato (e perciò scaricato sul contribuente chiamato a difendersi), e allo stesso tempo verrà attentamente valutato il “rating” del contribuente coinvolto nel giudizio tributario (il “bollino blu” già contenuto nei documenti preparatori parlamentari).
A margine, ma non meno importante e risolutiva, rimane la questione della Suprema corte di cassazione, dove si studierà il modo di rendere il più possibile stabile, e definita, la composizione delle sezioni impiegate sul contenzioso fiscale.
La logica di questo proposito è del tutto evidente e in armonia tra l'altro con il progetto di riforma della magistratura tributaria: cercare di stabilizzare la giurisprudenza sui grandi temi della fiscalità, che per una serie di ragioni storiche non hanno finora incontrato grande appeal nella formazione e nella specializzazione delle toghe.

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