Diritto

Il Terzo settore al governo: accelerare con l’ok Ue sulle agevolazioni fiscali

Il monitoraggio di Terzjus, l’Osservatorio giuridico sul terzo settore

di Maria Carla De Cesari

Gli enti del terzo settore avvertono la riforma attuata con il decreto legislativo 117/2017 più come quadro di adempimenti piuttosto che di opportunità.

È quanto emerge dal monitoraggio di Terzjus, l’Osservatorio giuridico sul terzo settore che ieri ha presentato, a Roma, il primo rapporto sul mondo del non profit. La riforma, dunque, deve essere ancora conosciuta in molte parti.

Secondo Terzjus le organizzazioni che entreranno d’ufficio nel Registro unico del terzo settore (Runts) sono 93.238, in grado di occupare 581.891 lavoratori. Gli enti che sono esclusi o che non hanno intenzione di iscriversi al Runts sono 88.476, mentre coloro che vengono definiti come potenziali sono 177.640.

Luigi Bobba, presidente di Terzjus, già sottosegretario al ministero del Lavoro e promotore della riforma, ha chiesto al governo di accelerare con l’attuazione del Dlgs 117/2017 e di presentare senza altri indugi la richiesta di autorizzazione a Bruxelles per le regole fiscali di favore.

Il rapporto, oltre a una parte di sondaggio sul mondo del terzo settore, contiene l’analisi giuridica del Codice che ha l’obiettivo di fare del terzo settore una struttura sociale portante, non una rete di supplenza.

Su questo tema si è concentrato Giuliano Amato, ex presidente del consiglio dei ministri e attualmente vice presidente della Corte costituzionale. Il terzo settore – ha spiegato Amato – realizza il principio di sussidiarietà previsto dall’articolo 118 della Costituzione, che ha riscritto il paradigma della funzione pubblica. Questa non è più una derivazione dello Stato, ma si origina dai territori e dalle organizzazioni di cittadini. Questa lettura del Dlgs 117/2017, in particolare dell’articolo 55 dove si delineano le azioni di co-programmazione e co-progettazione tra amministrazioni pubbliche ed enti del terzo settore, è stata sottolineata dalla sentenza 131/2020 della Corte costituzionale, secondo cui per la prima volta si è procedimentalizzato il principio di sussidiarietà orizzontale, nel quadro di una amministrazione condivisa, dove pubblico ed enti leggono i bisogni e le esigenze e mettono in campo le risposte. Si tratta, per Amato, dell’essenza della democrazia. Il modello italiano che fa perno sul terzo settore può far breccia in Europa, che finora ha costruito il tessuto comune sulla concorrenza, ma che deve essere ora permeata – ha concluso Amato – dall’economia solidale.

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