Imposte

Beni e attività culturali: l’art bonus fa crescere oltre 32mila mecenati

<span class="argomento"/>Con il premio fiscale cittadini, imprese, fondazioni bancarie e assicurative partecipano alla conservazione e valorizzazione del patrimonio

Un contributo alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale: è questa la nota di “merito” con cui Fisco ha premiato, con un credito d’ imposta del 65%, oltre 32mila donazioni da parte di fondazioni bancarie e assicurative, imprese, cittadini. Una schiera di Mecenati, chi con centinaia di migliaia di euro, chi con piccole donazioni, che ha scelto tra gli oltre 2.400 enti pubblici iscritti nell’ elenco “abilitante” per ricevere le erogazioni che ricadono nell’ art bonus.

Complessivamente questi enti - dalle Regioni ai Comuni - hanno pubblicato sul portale dedicato all’ art bonus 5.731 raccolte fondi e, al momento, ne hanno chiuse con successo 2.650.

L’ art bonus, operativo del 2014 a vantaggio di beni culturali e attività di spettacolo gestiti dalle amministrazioni pubbliche, ha finora raccolto 757 milioni.

Fondazioni lirico sinfoniche, Comuni e concessionari sono le categorie che hanno beneficiato maggiormente quanto a importi ricevuti.

L’ identikit dei donatori

Se si vanno a scorrere i numeri del bilancio art bonus a emergere è, per quanto riguarda i donatori, il coinvolgimento dei cittadini. Quelle che il fisco classifica come «persone fisiche» hanno fatto oltre 20mila donazioni, il 64% del totale, con un importo medio di 1.700 euro (e un ammontare totale di 34 milioni).

«Uno dei benefici dell’ art bonus - spiega l’ ingegner Carolina Botti, referente per il ministero della Cultura - è l’ aver messo in luce una diffusa coscienza civile rispetto ai beni culturali pubblici. Il valore economico delle donazioni si accompagna alla volontà di partecipare e di essere protagonisti nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio. Nelle erogazioni effettuate c’ è una storia di assunzione di responsabilità rispetto ai nostri beni culturali».

Per Carolina Botti il segreto è anche nella semplicità dello strumento, basta un bonifico che richiami l’ art bonus, destinato a uno dei beni o a una delle attività che sono riportati nel portale dedicato www.artbonus.gov.it

Tra quanti hanno risposto all’ appello dell’ art bonus i cittadini - come detto - sono i più numerosi, anche se per quanto riguarda gli importi i maggiori contributori sono state le fondazioni bancarie, assicurative e gli enti non commerciali (oltre 4mila donazioni per un totale di 374 milioni, in media 94mila euro pro capite). Dalle imprese sono arrivate oltre 7.700 donazioni (46mila euro di media) e un totale di 347 milioni.

La creazione del legame

«L’ art bonus - afferma Botti - è importante perché crea un rapporto di fiducia tra il donante e l’ amministrazione pubblica che raccoglie i fondi: gli enti, infatti, oltre a fare ogni mese una relazione al ministero, sono obbligati a pubblicare su una pagina internet dedicata il bilancio della raccolta e a rendicontare l’ utilizzo dei fondi. Il coinvolgimento e la partecipazione sono due aspetti essenziali che emergono nel concorso bandito dalla nostra struttura di supporto sul progetto ritenuto di maggior valore. Il comune di Perugia, per esempio, è riuscito a mobilitare un gran numero di cittadini e imprese. Lo stesso vale, per l’ Arena di Verona».

D’ altra parte nella manutenzione dei beni culturali il partenariato tra pubblico e privato è cruciale: tanti imprenditori si sono spesi con generosità, ricorda Botti.

Il ruolo delle istituzioni

Sviluppare l’ art bonus rientra tra le priorità del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. «Lo strumento si è affermato - ribadisce Botti - per la semplicità e la trasparenza, vale a dire per il costante monitoraggio sui fondi e sulle spese. L’ estensione deve fare i conti con le risorse necessarie per coprire la detrazione fiscale. Forse la strada percorribile è un’ estensione graduale nel mondo dello spettacolo».

Oggi, infatti, la portata oggettiva dell’ art bonus risulta limitata alle sole erogazioni liberali effettuate per i beni culturali pubblici, ivi compresi quelli affidati o concessi a privati non ricomprendendo nella platea quelli privati vincolati aperti al pubblico e, comunque, fruibili.

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