Antiriciclaggio verso sempre più soggetti coinvolti
Un quadro in continua evoluzione. Non è ancora trascorso un anno dall’entrata in vigore del decreto di recepimento della quarta direttiva antiriciclaggio che già lo sguardo è proiettato alla quinta direttiva comunitaria. Direttiva che dovrà essere recepita nel nostro Paese entro il 10 gennaio 2020 e che amplia ulteriormente il perimetro di soggetti interessati e obblighi. Nel complesso, però, si conferma l’impostazione di fondo: la normativa di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, fin dai primi anni Novanta è stata affidata a leggi di tipo “amministrativo”, che dettano obblighi per soggetti che possono trovarsi ad impattare con il rischio derivante dal “reato” di riciclaggio. Soggetti operanti sul mercato legale (imprese finanziarie, imprese commerciali, artigiani, liberi professionisti), che – inconsapevolmente, fino a prova contraria – possano risultare tramiti di operazioni di occultamento della reale origine (illecita) di beni o denaro oggetto delle transazioni cui in qualche misura assistono.
Le incognite maggiori
Il puzzle, che si è andato sempre più arricchendo di tasselli dal primo decreto italiano (197 del 1991) a oggi, è stato anche complicato da una serie infinita di normative di secondo livello delle autorità di vigilanza. La conseguenza è che non risulta ancora di facile composizione, in quanto spesso sono discordanti le interpretazioni, in sede ispettiva e giurisprudenziale, in relazione alla tenuta e al significato di alcuni oneri (in particolare l'adeguata verifica).
Le opportunità
Non ci sono, però, solo insidie. Va ricordato che l’adeguata verifica e le segnalazioni di operazioni sospette stanno consentendo al nostro Paese di essere all'avanguardia, non solo in Europa, nella prevenzione del riciclaggio. Le notizie raccolte dagli operatori, infatti, consentono poi alle forze di polizia e alla magistratura di perseguire reati di riciclaggio (o, più spesso, delitti presupposto), anche in contesti più ampi di indagini relative a organizzazioni di stampo mafioso, corruzione, evasione. E questo aspetto -non di poco conto - può fare in modo che la prevenzione e il rispetto degli obblighi antiriciclaggio (seppur nella loro onerosità e nella complicazione che comportano) possono ridurre al minimo i rischi per le attività interessate.