Adempimenti

Commercialisti, l’appello di Miani al Governo: «I nostri studi restino aperti»

Il presidente del Cndcec a Conte e Gualtieri: stop alla trasmissione dati per la precompilata 2020

di Giovanni Parente


«Siamo convinti che la nostra attività debba andare avanti anche in questo drammatico frangente e anche in regioni quali Lombardia e Piemonte». È il messaggio che arriva dal presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec), Massimo Miani, in attesa della pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del Dpcm per la sospensione fino al 3 aprile delle attività produttive ritenute non essenziali, nelle quali - secondo le ultime bozze circolate - non dovrebbero rientrare quelle delle attività professionali. Un appello che Miani ha rivolto con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Il nodo delle ordinanze regionali
Ma il problema potrebbe comunque sussistere se a livello regionale dovessero essere prese misure più restrittive. Come sottolinea sempre Miani «si rincorrono in queste ore diverse bozze di decreto sulle annunciate ulteriori misure restrittive per contrastare la diffusione del coronavirius dalle quali non si evince ancora con chiarezza quali attività professionali debbano essere sospese. Bozze dalle quali sembrerebbero inoltre emergere differenze tra provvedimenti nazionali e regionali da chiarire al più presto. In questa situazione di incertezza, sottolineiamo come quelli offerti dai commercialisti siano comunque servizi essenziali per le imprese e per i cittadini del nostro Paese. Per questo siamo convinti che la nostra attività debba andare avanti anche in questo drammatico frangente e anche in regioni quali Lombardia e Piemonte».

La richiesta di una sospensione più ampia delle scadenze
Miani sottolinea «le difficoltà riscontrate in questo periodo dai 120mila iscritti all’Albo» e ribadisce «la richiesta di una sospensione più prolungata di tutte le scadenze degli adempimenti e dei versamenti fiscali, in materia di lavoro e, in generale, connessi alle attività di competenza della professione».

L’accantonamento della precompilata 2020
I commercialisti chiedono anche l’accantonamento per quest’anno della precompilata. «Unitamente alle associazioni sindacali di categoria», prosegue Miani, «riteniamo che l’apertura dei nostri studi passi però necessariamente per la decisione a monte di una sospensione più prolungata di tutte le scadenze. Ad oggi queste sospensioni sono state soltanto parziali e di brevissima durata: a tal proposito basti pensare, a mero titolo esemplificativo, alla scadenza del 31 marzo per la presentazione delle Certificazioni uniche e dei dati per la dichiarazione dei redditi precompilata che, considerato l’aggravarsi dell’emergenza in atto, dovrebbe semplicemente essere accantonata per quest’anno, in modo da eliminare in un colpo solo una serie di adempimenti utili soltanto a far sì che l’agenzia delle Entrate possa metter a disposizione un precompilato che, il più delle volte, è sempre un commercialista a verificare e trasmettere alla stessa Agenzia».

«Anche in questo difficilissimo passaggio per la vita del Paese – aggiunge Miani – i commercialisti sono dunque pronti a non interrompere la loro attività, ma, ora più che mai, è necessario che siano messi nelle condizioni di lavorare. Chiediamo ci sia consentito di organizzarci per il meglio, tutelando noi stessi e i nostri cari». Si tratta di una richiesta, conclude Miani «semplice e diretta, come si conviene in questi momenti».

Spazio alla compensazioni
Miani chiede anche «di consentire la compensazione dei crediti per imposte dirette anche prima della presentazione delle dichiarazioni e di estendere ai commercialisti le misure di sostegno previste dal decreto legge 18/2020 a cui, attualmente, questi ultimi non hanno diritto (come, a titolo esemplificativo, il credito d’imposta per gli studi professionali condotti in locazione, le indennità e le altre misure di sostegno per il lavoro previste dal titolo II del citato Dl). Se così sarà, i Commercialisti saranno pronti, come sempre hanno fatto, ad offrire il loro contributo di competenza e professionalità al nostro Paese, rendendo ancor più evidente il ruolo fondamentale svolto dalla nostra categoria nello svolgimento di servizi sicuramente essenziali per la collettività e lo Stato nella sua interezza».

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