Imposte

Costi doganali in chiaro: la mancata trasparenza mette a rischio l’Aeo

Con la determina 202841/21 le Dogane chiedono maggiore dettaglio negli oneri per i privati

Maggiore trasparenza nei rapporti con i clienti e corretta esposizione dei costi sostenuti per lo sdoganamento. Sono queste le richieste che l’agenzia Dogane e Monopoli (Adm) torna a imporre ai provider di servizi doganali che, soprattutto nel quadro e-commerce, non sempre riportano (e addebitano) ai clienti in maniera corretta e puntuale. Eppure, questo profilo risulta comunque rilevante soprattutto ai fini Aeo (operatore economico autorizzato).

La determinazione direttoriale 202841/21 parte prima di tutto dalla qualificazione di particolare rilievo che, nel quadro degli acquisti on line, hanno gli operatori economici che, in considerazione delle rese di consegna che impongono l’arrivo dei beni direttamente a destino, dall’acquirente, in base a contratti di diritto privato agiscono per conto dei privati.

Ebbene, in questo quadro, Adm rileva che questi operatori che effettuano gli adempimenti connessi alle importazioni di beni non unionali per conto dei privati acquirenti finali (importatori) spesso indicano in modo generico, nei documenti commerciali, il costo del servizio offerto denominandolo «oneri doganali» ovvero «costi di sdoganamento» o altre definizioni che sono tali da indurre in errore i consumatori finali circa l’esposizione degli oneri e delle spese sostenute in dogana. Ebbene, tali definizioni richiamano in maniera impropria l’attività di liquidazione degli oneri connessi all’obbligazione doganale ed alla successiva riscossione da parte dell’autorità e, pertanto, Adm ritiene di inserirsi in questo tema privatistico, per inibirlo, ovviamente a tutela della propria funzione erariale.

È rinnovato il disposto già espresso nel quadro e-commerce con un’informativa di febbraio, per cui le imprese che svolgono operazioni per conto di privati sono tenute, ove sorga o possa sorgere un’obbligazione doganale, «ad esplicitare in modo chiaro ed inequivocabile le singole voci di spesa addebitate al destinatario finale relative all’espletamento dei loro servizi».

L’esposizione degli importi, singolarmente calcolati e relativi a dazi, Iva ed eventuali altri tributi gravanti, deve essere rappresentata «con la massima chiarezza e trasparenza», onde evitare di ingenerare confusione nei consumatori circa le spese sostenute. A tal fine, addirittura si inibisce l’uso di diciture quali «oneri doganali» ovvero «costi di sdoganamento» o altre definizioni che richiamano l’attività di liquidazione e conseguente riscossione oneri da parte della Dogana.

Questo comportamento sarà prossimamente oggetto di particolare attenzione da parte di Adm e valutato anche ai fini dell’ottenimento o del mantenimento dell’Aeo.

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