Diritto

Crisi d’impresa, sì al Senato per il professionista esperto

Approvata la conversione, ora il testo alla Camera. Anche i commercialisti dovranno provare l’esperienza nel settore

di Giovanni Negri

Con un larghissimo voto di fiducia, 207 favorevoli, 36 contrari e un astenuto, passa al Senato il maxiemendamento del Governo interamente sostitutivo del disegno di legge di conversione della crisi d’impresa. Ora il provvedimento passa alla Camera, dove è prevista una rapida approvazione per rispettare i canonici 60 giorni a disposizione. Esulta, per il ministero della Giustizia il sottosegretario Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), che ha seguito l’iter del provvedimento: «si tratta di misure che intendono essere a sostegno delle imprese.

Viene introdotta una nuova procedura di composizione negoziale della crisi per evitare che una fase di temporanea difficoltà si converta quasi automaticamente in insolvenza». E poi conferma la volontà di procedere a breve all’istituzione di una commissione con il compito di elaborare in tempi assai brevi, «verosimilmente non più di 60 giorni», un progetto di riforma anche della parte penale della Legge fallimentare, rivedendo, nel segno di una minore astrazione e maggiore tassatività, le varie fattispecie di bancarotta.

Su un nuovo intervento per la parte civilistica è intanto al lavoro la prorogata commissione presieduta da Ilaria Pagni che avrà il compito, tra l’altro, di adeguare la nostra legislazione fallimentare alla nuova direttiva sull’insolvenza. Con particolare attenzione per tre elementi:

O quadri di ristrutturazione preventiva per il debitore in difficoltà finanziarie per impedire l’insolvenza e garantirne la sostenibilità economica;

O procedure che portano all’esdebitazione dai debiti contratti dall’imprenditore insolvente;

O misure per aumentare l’efficienza delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione.

Nel provvedimento approvato mercoledì 13 ottobre trova posto innanzitutto un pacchetto di rinvii. In primo luogo quello del Codice della crisi che viene fatto slittare al 16 maggio 2022, mentre le sole misure di allerta vengono fatte entrare in vigore il 31 dicembre 2023. Un anno in più di tempo, poi, per l’obbligo di adozione dell’organo di controllo interno da parte delle società a responsabilità limitata, il vincolo di fatto scatta con l’approvazione dei bilanci del 2022, quindi nel corso del 2023.

Nella nuova procedura di composizione negoziata, destinata dal 15 novembre a sostituire le misure di allerta (che hanno la medesima finalità, ma diversa criticità applicativa, almeno nell’immediato), accessibile su base volontaria da parte di tutte le imprese iscritte al Registro , è centrale la figura e il ruolo dei professionisti. Sono loro a essere chiamati all’incarico di esperto, con il compito di agevolare le trattative necessarie per il risanamento dell’impresa.

A domanda, nell’elenco degli esperti, tenuto su base regionale, possono essere inseriti:

O gli iscritti da almeno cinque anni all’Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili e all’Albo degli avvocati che documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa;

O gli iscritti da almeno cinque anni all’Albo dei consulenti del lavoro che documentano di avere concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati o di accordi sottostanti a piani attestati o di avere concorso alla presentazione di concordati con continuità aziendale omologati.

Possono essere inoltre inseriti nell’elenco coloro che, pur non iscritti in albi professionali, documentano di avere svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in imprese interessate da operazioni di ristrutturazione concluse con piani di risanamento attestati, accordi di ristrutturazione dei debiti e concordati preventivi con continuità aziendale omologati, nei confronti delle quali non sia stata successivamente pronunciata sentenza dichiarativa di fallimento o sentenza di accertamento dello stato di insolvenza.

I PUNTI CHIAVE

1) I rinvii / Proroghe per Codice della crisi e misure di allerta
Disposto un pacchetto di rinvii che interesserà sia il Codice della crisi d’impresa, con debutto alla prossima metà di maggio, le misure di allerta, slittate al 2024 e l’obbligo di adozione del sindaco da parte delle Srl, che ora è fatto coincidere con l’approvazione dei bilanci del 2022.

2) Composizione negoziata / Una nuova procedura per scongiurare i casi di insolvenza
Introdotta, al posto delle misure di allerta, una nuova procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, accessibile su base volontaria da parte di tutte le imprese iscritte al Registro. L’obiettivo è di evitare il precipitare in situazione di insolvenza di aziende in difficoltà temporanea.

3) La piattaforma / Il test per verificare le chances di risanamento dell’impresa
Istituita una piattaforma digitale con una lista di controllo particolareggiata, adeguata anche alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese, con indicazioni operative per la redazione del piano di risanamento e un test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento.

4) I professionisti / Un pool di esperti con esperienza di ristrutturazione
Centrale il compito dei professionisti, soprattutto degli iscritti agli Albi dei dottori commercialisti, degli avvocati e dei consulenti del lavoro , con esperienze pregresse di ristrutturazioni: dovranno affiancare l’imprenditore nelle trattative individuando soluzioni possibili di scita dalla crisi.

5) Il concordato / Al via un nuovo istituto con finalità solo liquidatorie
Introdotta una nuova forma di concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio, da applicare quando la procedura di composizione negoziata non ha avuto esito positivo e, comunque, l’imprenditore ha conservato un atteggiamento di buona fede e correttezza nelle trattative.

6) Misure di protezione / Trattative protette dalle azioni dei creditori
In campo misure protettive che possono essere successive all'accesso dell'imprenditore alla procedura di composizione negoziata. si tratta di misure che limitano le possibilità di azione nei confronti dell'imprenditore da parte dei creditori e impediscono il pronunciamento di sentenze di fallimento o di stato di insolvenza fino alla conclusione delle trattative.

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