Diritto

Crisi di impresa, sul tavolo l’ipotesi di frenare l’alert dei collegi sindacali

Crosetto (FdI) apre a un possibile stop delle segnalazioni. Pesa anche la riforma della direttiva sui termini di pagamento

di Giovanni Negri

In vigore da poche settimane il Codice della crisi rischia di entrare di prepotenza nell’agenda delle priorità del nascituro Governo a trazione Fratelli d’Italia. A lanciare il tema è stato uno dei principali esponenti di FdI, Guido Crosetto, in predicato per assumere uno dei ruoli di maggiore rilievo nel futuro Esecutivo. Per Crosetto infatti, via twitter, una delle norme centrali della nuova disciplina della crisi d’impresa, quella che vincola i sindaci a segnalare agli amministratori le situazioni di maggiori difficoltà rischia in questa fase del ciclo economico di risultare controproducente, moltiplicando gli inciampi per imprese che devono fronteggiare l’impatto del caro-energia.

Più nel dettaglio, Crosetto ricorda che «il nuovo Codice della crisi” dal 15 luglio obbliga i sindaci delle società a mettere in mora i cda qualora ci siano “fornitori scaduti” da più di 90 giorni o esposizione nei confronti degli intermediari finanziari da più di 60». Interessando così «sostanzialmente il 30/40% delle aziende italiane». IL tutto per fare concludere a uno dei leader del partito vincitore delle recenti elezioni con un neppure tanto criptico «forse va sospeso...».

Difficile a oggi avere la certezza che il numero di imprese a rischio di intervento dei sindaci sia così considerevole. Può anche essere che l’allarme di Crosetto sia soltanto preventivo, certo che l’esplodere del costo delle bollette rischia di farlo avverare in tempi anche rapidi. E a rendere ancora più concreta l’allerta potrebbe essere a breve anche l’aprirsi di un fronte europeo, visto che la Commissione stra discutendo di modificare la direttiva late payment. Dove il rischio, si fa notare anche in ambienti confindustriali, è di arrivare all’introduzione di termini di pagamento rigidi anche nei rapporti tra imprese.

Del resto, come ha già fatto tempestivamente notare la Corte di cassazione, la norma in vigore da poco meno di tre mesi è chiara e stringente, visto che «l’organo di controllo societario segnala, per iscritto, all'organo amministrativo la sussistenza dei presupposti per la presentazione dell'istanza” di accesso alla composizione negoziata». L’uso dell'indicativo è sintomatico dell'esistenza di un vero e proprio dovere di segnalazione in presenza dei presupposti di crisi che l'organo di controllo è quindi chiamato a rilevare tempestivamente. Si tratta di un dovere che, tra l’altro, si aggiunge e rafforza quell’obbligo di costituzione di adeguati assetti da parte dell’imprenditore che pure il Codice della crisi impone.

Di più, la segnalazione seppure effettuata dai sindaci potrebbe non essere ritenuta tempestiva e quindi non assolvere all’obbligo con i conseguenti effetti di deresponsabilizzazione dei sindaci. Già afferma infatti la Cassazione che «si dovrà perciò ritenere che una segnalazione tardiva — fatta dai sindaci in un momento in cui il capitale è già stato perduto e la continuità compromessa, pur rappresentando comunque un dovere per l’organo di controllo, non possa avere degli effetti “deresponsabilizzanti”».

Il nuovo dovere di segnalazione si applica a tutti i collegi sindacali, al sindaco unico laddove nominato (nelle srl o cooperative a responsabilità limitata), nonché al Comitato di controllo o collegio di sorveglianza per le spa che abbiano adottato il sistema monistico. Non opera invece rispetto alle srl con solo revisore.

Di più, sempre in base al Codice della crisi, le banche e gli altri intermediari finanziari quando comunicano al cliente variazioni, revisioni o revoche degli affidamenti, devono avvertire anche gli organi di controllo societari. Una disposizione che, da un lato, introduce un dovere di segnalazione attiva in capo agli enti bancari e finanziari che, sempre secondo le prime letture della magistratura, se disatteso, potrebbe introdurre a nuove forme di responsabilità di banche e intermediari e, dall’altro, rende i sindaci i terminali di altre notizie qualificate provenienti dal mondo bancario e creditizio in grado di far percepire immediatamente se la situazione finanziaria dell’impresa sta precipitando.

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