Adempimenti

E-fattura al debutto, un primo kit di garanzie per evitare false partenze

di Benedetto Santacroce

In esclusiva per gli abbonati al «Quotidiano del Fisco» un articolo in anteprima dal Focus di Norme&Tributi «La fatturazione elettronica» in uscita domani con Il Sole 24 Ore

La fattura elettronica non lascia, ma raddoppia. Con l’introduzione di una moratoria che durerà fino a settembre 2019, il Dl fiscale 119/2018 (che sta completando l’iter di conversione parlamentare) ha fatto accantonare qualsiasi ipotesi di proroga e introduce a decorrere dal 1° luglio 2019 un obbligo (per i soggetti con volume d’affari superiore a 400mila euro) e dal 1° gennaio 2020 (per tutti gli altri operatori economici) di invio telematico dei corrispettivi. La volontà del legislatore è di trasformare entro il 2020, tutte le forme di certificazioni Iva del corrispettivo, siano esse fatture, ricevute fiscali e scontrini, in flussi elettronici.

Per quanto riguarda la fattura elettronica tra privati le date da ricordare sono cadenzate da specifici obblighi e da una serie semplificazioni, anche nel tentativo di offrire un kit di garanzie per evitare il più possibile false partenze.

Chi non è obbligato all’invio
Il 1 gennaio 2019 è la data in cui la fatturazione tra privati diventa generalizzata ricomprendendo tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizio che si realizzano tra soggetti residenti e stabiliti in Italia. Solo alcuni soggetti risultano esclusi dall’obbligo e sono: i soggetti non residenti, i minimi, i forfettari, i soggetti che applicano il regime speciale Iva agricolo. Inoltre, in modo condizionato sono escluse anche le associazioni sportive dilettantistiche e gli operatori sanitari che inviano i dati al sistema della Tessera sanitaria.

La tolleranza iniziale
L’obbligo non entra subito a pieno regime. Il legislatore ha scelto la via soft per superare le prime difficoltà. Per i primi nove mesi sarà possibile emettere senza sanzioni le fatture elettroniche in ritardo entro il termine di liquidazione relativa al momento di effettuazione, oppure con le sanzioni al 20% per chi “provvede” entro la liquidazione successiva.

L’emissione ritardata a regime
Con l’avvento della fattura elettronica è stato possibile superare il principio di obbligare il cedente/prestatore ad emettere la fattura entro il giorno di effettuazione dell’operazione, concedendo dal 1° luglio 2019 un termine di 10 giorni a tutti. Sul termine si poteva, nel pieno rispetto delle regole unionali, certamente osare di più. Comunque, la misura può consentire almeno di gestire meglio i relativi adempimenti.

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