FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: ruolo, accertamento e concordato
L’insinuazione al passivo della banca per saldo negativo di conto corrente in base alla sola prova rappresentata dagli estratti conto integrali. La mancata indicazione degli interessi conteggiati nella cartella di pagamento consegue all’applicazione dei principi generali del provvedimento amministrativo. Condotta elusiva senza prova a carico dell’Amministrazione se dalla sequenza degli atti effettuati possa presumersi una cessione di ramo d’azienda anziché un conferimento. Potere di veto del giudice in caso di concordato preventivo già omologato non più realizzabile. Sentenza di opposizione alla mancata ammissione al passivo del fallimento soggetta a tassa fissa di registro in caso di credito riferito ad operazione già soggetta ad Iva. Senza obbligo di avviso di accertamento l’attività liquidatoria dell’Amministrazione effettuata per il ricupero dell’Irap conseguente all’applicazione di una percentuale d’imposta ridotta anziché ordinaria.
La banca può insinuarsi nel passivo con l’estratto del c/c in rosso
Nell’insinuare al passivo fallimentare il credito derivante da saldo negativo di conto corrente alla banca è sufficiente dare conto dell’intera evoluzione del rapporto attraverso il deposito dei soli estratti conto integrali se il curatore solleva eccezioni sul mancato assolvimento dell’onere probatorio. Questo in quanto l’evoluzione storica del rapporto contrattuale nei termini evidenziati dagli estratti conto depositati impedisce al giudice delegato di pretendere ulteriore documentazione a suffragio dei fatti storici in essi risultanti.
• Cassazione, ordinanza 31195/2018
Difetto di motivazione per il ruolo che non specifica il tasso d’interesse
L’omessa specificazione nella determinazione degli interessi sulle somme iscritte a ruolo circa la specificazione del tasso d’interesse applicato e degli ammontari che costituiscono la base per la loro determinazione comporta la mancanza di una congrua, sufficiente e intellegibile motivazione dell’iscrizione a ruolo e della derivata cartella. Questo in quanto la violazione di tale obbligo, che impedisce al contribuente di esercitare in maniera piena il proprio diritto di difesa, deriva dai principi di carattere generale indicati, per ciascun provvedimento amministrativo, dall’articolo 3 della Legge 241 del 1990, recepiti, per la materia tributaria, dall’articolo 7 della Legge 212 del 2000.
• Cassazione, ordinanza 31270/2018
La sequenza degli atti giuridici basta a far presumere la cessione
L’Amministrazione non deve provare la condotta elusiva se la sequenza degli atti effettuati fa presumere una cessione anziché un conferimento di ramo di azienda. Questo in quanto è sempre tenuta ad attribuire rilievo alla causa reale del negozio ovvero alla regolazione degli interessi effettivamente perseguiti dai contraenti senza che necessariamente possa rilevare la sussistenza di una condotta elusiva e/o il conseguente obbligo di assolvimento dell’onere probatorio.
• Cassazione, ordinanza 31276/2018
Niente veto del giudice in caso di concordato preventivo già omologato
Il voto favorevole del ceto creditorio alla proposta concordataria non preclude al giudice di esercitare il proprio sindacato circa le condizioni della sua fattibilità. Questo in quanto l’esercizio del potere di sindacato del giudice può comunque sempre essere disposto laddove il piano si riveli poi non più realizzabile superando così la distinzione astratta tra verifica di fattibilità giuridica ed economica.
• Cassazione, sentenza 31478/2018
Come funziona il principio di alternatività Iva/Registro
Non è assoggettabile al registro dell’un per cento la sentenza che, a seguito di giudizio di opposizione intentato dal creditore, ammette poi al concorso il credito in precedenza escluso dal passivo del fallimento. Pur trattandosi di pronuncia emessa a seguito di giudizio di cognizione in grado di permettere al contribuente la partecipazione al concorso, l’imposta di registro è, infatti, da applicarsi in base al principio di alternatività Iva/Registro in misura fissa solo laddove il credito si riferisca ad un’operazione già assoggettata ad Iva.
• Cassazione, sentenza 31409/2018
Basta il ruolo per iscrivere l’Irap autoliquidata applicando un’aliquota ridotta
Non occorre un avviso di accertamento ma è sufficiente la procedura di liquidazione automatizzata per consentire all’Amministrazione di ricuperare la maggiore Irap dovuta a seguito dell’applicazione da parte del contribuente di un’aliquota percentuale ridotta in sede di dichiarazione. Questo in quanto l’attività liquidatoria si traduce nella correzione di un mero errore di calcolo non assumendo rilievo l’inconsapevolezza dell’errore da parte dello stesso contribuente/dichiarante.
• Cassazione, ordinanza 31415/2018
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