Adempimenti

Il modello 69 si può spedire via Pec. Anche se l’ufficio dice di no

Il documento e gli allegati possono sempre essere trasmessi con posta certificata alla direzione provinciale

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di Cristiano Dell'Oste

«Non è possibile l’invio a mezzo Pec». L’affermazione è contenuta nell’email spedita mercoledì 11 marzo da un ufficio delle Entrate a un contribuente, che l’ha segnalata al Sole 24 Ore. L’atto “impossibile” da inviare tramite posta elettronica certificata è un modello 69. La sede è un ufficio territoriale della direzione provinciale di Varese.

Nella risposta, i funzionari spiegano che la gestione della pratica in questo particolare periodo di emergenza per il coronavirus viene eseguita con protocollo e registrato poi in back-office. Aggiungendo che «l’accesso ai nostri uffici è consentito, appunto, solo per la consegna documenti».

Si tratta, in realtà, di una risposta sbagliata, che contraddice il senso dell’operazione #iorestoacasa lanciata dal Governo e le stesse indicazioni fornite dagli uffici centrali dell’Agenzia, come ha verificato la redazione di NT+ Fisco.

Il comunicato stampa delle Entrate del 10 marzo scorso, infatti, da un lato afferma che «presso le sedi degli uffici sarà possibile consegnare documenti e richiedere servizi per la successiva lavorazione in back-office»; dall’altro, però, «reitera l’invito all’utilizzo dei canali telematici per la richiesta dei servizi». Poche righe più avanti, poi, «si ricorda che è possibile ricorrere all’utilizzo della posta elettronica certificata per la presentazione di istanze e documenti che saranno lavorati in back- office, il cui esito sarà comunicato dall’ufficio sempre con posta elettronica».

Insomma, non si vede davvero perché il contribuente dovrebbe uscire di casa per andare fisicamente allo sportello dell’Agenzia, per consegnare un documento di cui può spedire via Pec una scansione in formato Pdf.

Nel caso specifico, il modello 69 avrebbe dovuto essere utilizzato dal contribuente per registrare una scrittura privata per la riduzione del canone di locazione (accompagnato da due copie della scrittura). Quindi, alla luce del decreto legge 133/2014, senza versare né imposta di registro, né bollo. Ma il principio è analogo per tutti gli altri possibili utilizzi del modello.

La soluzione è ignorare la risposta dell’ufficio e procedere senz’altro all’invio del modello via Pec, che ha valore legale analogo a una tradizionale comunicazione cartacea mediante raccomandata con ricevuta di ritorno. Gli indirizzi Pec dell’Agenzia sono disponibili online e arrivano fino al livello di singola direzione provinciale (non di singolo ufficio territoriale, ma questo non inficia il valore dell’invio).

Il modello 69 non ammette l’invio tramite canali telematici, e quindi l’uso della Pec è quanto mai opportuno. Ma si ritiene che lo stesso principio possa valere anche per altri atti che ammettono sia il canale telematico, sia la consegna cartacea: perciò, ad esempio, chi dovesse utilizzare il modello RLI senza essere abilitato ai servizi telematici (e senza essere obbligato alla registrazione telematici) in alternativa alla consegna a mano allo sportello potrebbe inviarlo via Pec.

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