Professione

Il rinvio dell’Iri conferma la scarsa credibilità del sistema tributario

immagine non disponibile

di Nicola Meneghini, ragioniere commercialista in Malè (Trento)

Mi preme segnalare una problematica che ancora una volta penalizza le piccole e medie imprese, che avrebbero potuto applicare l’Iri (imposta sul reddito d’impresa) già a partire dal periodo d’imposta 2017, ma che la bozza di legge di bilancio che sta circolando, non precisa i termini del rinvio, ma sembrerebbe che questa possibilità slitta al periodo d’imposta 2018, escludendo per il 2017 la possibilità di accedere alla tassazione separata del reddito d’impresa con la stessa aliquota del 24% prevista ai fini Ires (imposta sul reddito delle società).

Non è accettabile una modifica normativa di questo tipo che sarà approvata al termine del periodo d’imposta 2017; le piccole imprese gestite da imprenditori individuali o da società di persone, intenzionate ad adottare il regime Iri già dal 2017, hanno dovuto organizzarsi nell’ottica di questa nuova imposta, gestendo in modo programmato i prelevamenti di utili effettuati dall’imprenditore o dai soci di società nel corso del 2017, al fine di poter beneficiare, in modo legittimo di una riduzione di tassazione relativa al reddito della loro impresa, potendo applicare l’aliquota del 24% come viene fatto per le imprese più grandi Srl e Spa, anziché gli scaglioni progressivi Irpef molto più onerosi.

Per non parlare di quelle imprese che hanno scelto il regime di contabilità ordinaria (vincolo di 3 anni), proprio per poter applicare questa nuova imposta già a partire dal 2017, con un aggravio economico e amministrativo.

Ora a fine anno, il Governo, come si dice “rimescola le carte” e pensa di fare slittare il tutto di un anno, creando sicuramente un maggior carico fiscale a quelle imprese che erano intenzionata ad applicarla.

Tutto ciò purtroppo conferma, ancora una volta, della poca credibilità del sistema tributario italiano e dell’assoluta mancanza della certezza del diritto in Italia.

Come professionisti, cerchiamo di fare sentire la nostra voce, questa volta veramente a sostegno delle piccole imprese che sono il motore dell’Italia, ma anche in principali clienti dei nostri studi professionali.

A tal fine, chiedo cortesemente al nostro Ordine, se ciò è possibile, di sollecitare il Consiglio nazionale ad attivarsi in merito, per evitare che questa modifica normativa diventi legge.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©