Incentivi anche per diesel e benzina ma con limite di Co2 ed entro fine anno
Bonus ai privati che acquistano un usato fresco e un contributo maggiorato di 750 euro per chi rottama due auto
Non ci sono solo i bonus estesi provvisoriamente alle vetture a motore tradizionale, nell’emendamento sugli incentivi auto chiesto a gran voce da tutta la filiera dell’automotive e “concesso” dal Parlamento in sede di conversione del Dl Rilancio. C’è anche il bonus ai privati che acquistano un usato “fresco”, un contributo maggiorato per chi rottama due vecchie auto anziché una sola e una riformulazione degli incentivi moto. Ma gli effetti su industria italiana e concessionari potrebbero essere insufficienti. E non mancano dubbi su com’è scritta la norma, che dovranno essere sciolti da ministero dell0 Sviluppo economico e agenzia delle Entrate in tempi brevi: gli incentivi partiranno il 1° agosto, per andare avanti fino al 31 dicembre.
L’emendamento parte dallo schema ecobonus-ecotassa istituito per il 2019-2021 dalla legge 145/2018: contributi da 1.500 (per acquisti di autoveicoli con prezzo di listino inferiore a 50mila euro con emissioni di CO2 tra 21 e 60 g/km, in sostanza auto ibride plug-in, senza rottamazione) a 6.000 euro (0-20 g/km, in sostanza le elettriche, con rottamazione di un’auto Euro 4 o inferiore). Il 1° agosto, invece, inizia una finestra temporale in cui a questi contributi si aggiungono 1.000 euro senza rottamazione e a 2.000 euro con e si affianca un bonus di 750 euro senza rottamazione e 1.500 con, se si acquista un mezzo con emissioni comprese tra 61 e 110 g/km (sostanzialmente molte auto ibride “normali” e medio-piccole soprattutto diesel) e prezzo inferiore a 40mila euro al netto dell’Iva. Ma l’erogazione di questi nuovi incentivi avviene solo se c’è uno sconto rispettivamente di 1.000 e 2.000 euro da parte del venditore. Per il mezzo da rottamare, al criterio della classe Euro subentra quello della data di immatricolazione (deve essere anteriore al 1° gennaio 2010).
Il testo dell’emendamento parla non di autoveicoli come la legge 145/2018 ma di «veicoli», quindi sarebbero incentivati mezzi di ogni tipo. Si spera che questa palese svista venga corretta subito.
Si dovrà far luce anche su cosa la norma intenda per «Euro 6 di ultima generazione», requisito fissato per dare il bonus se le emissioni superano quota 60. A rigore, l’ultima generazione è l’Euro 6D, che è obbligatoria da gennaio scorso, ma solo per i modelli di nuova omologazione (lo diventerà per le nuove immatricolazioni da gennaio 2021). Oggi il grosso delle vendite (e delle giacenze che sono alla base della richiesta di incentivi) è Euro 6D-Temp. I tecnici ministeriali dovranno scegliere tra le ragioni dell’ambiente e quelle della filiera.
È invece già chiaro che il limite a 110 g/km non avvantaggia le fabbriche italiane: guardando al segmento remunerativo delle piccole suv, la Fiat 500X (prodotta a Melfi) che emette meno è a 111 g/km, mentre la concorrente Ford Puma prenderà l’incentivo, come la Volkswagen T-Cross (che però è un po’ più piccola).
Poco aiuto anche per i concessionari che devono smaltire le km zero: gli incentivi ai privati che acquistano un usato in cambio della rottamazione (di un’auto tra Euro 0 ed Euro 3) sono limitati a uno sconto del 40% sugli «oneri fiscali sul trasferimento di proprietà» (presumibilmente Ipt e imposta di bollo), che scatta solo acquistando un’elettrica o ibrida plug-in (emissioni entro i 60 g/km).
Chi rottama due autoveicoli anziché uno avrà diritto ad altri 750 euro, utilizzabili sull’auto acquistata o come credito d’imposta entro tre annualità su monopattini elettrici, bici elettriche o normali, abbonamenti al trasporto pubblico o ai «servizi di mobilità elettrica in condivisione o sostenibile».
Il bonus moto ora spetta anche senza rottamazione e sale dal 30% al 40% del prezzo di acquisto, con un massimo di 4.000 euro, se si rottamato un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3.