Professione

Le bollette a 28 giorni restano per la clientela top business

immagine non disponibile

di Carmine Fotina

Corre sul filo dello scontro governo-Parlamento la norma per bloccare le “bollette” a 28 giorni . Fino a pochi giorni fa sembrava altamente probabile che l’intervento passasse per un emendamento del Pd (primo firmatario Stefano Esposito) al decreto fiscale all’esame del Senato. In queste ore però il ministero dello Sviluppo economico ha messo a punto un emendamento alternativo, sempre allo stesso provvedimento, che non è stato ancora depositato ma sul quale già si preannunciano polemiche perché ridimensionerebbe la portata della proposta parlamentare.

In sostanza - secondo quanto risulta al Sole 24 Ore - l’ emendamento , che potrebbe essere presentato già questa settimana, restringerebbe il perimetro del divieto di fatturazione a 28 giorni escludendo le offerte formulate su misura dei grandi clienti business e e forse in tutto o in parte le offerte “ricaricabili” dei cellulari (ci sono ancora ultime valutazioni tecniche). Per questa tipologia di proposte di telefonia mobile non si applicherebbe «l’obbligo di cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi su base mensile o suoi multipli». Alla fine inoltre, rispetto all’emendamento Pd, la norma potrebbe fare riferimento solo ai servizi di comunicazione elettronica e non a tutti i servizi di pubblica utilità, come ad esempio luce e gas .

Secondo il governo non sarebbe possibile fare il contrario senza compromettere la flessibilità che in alcuni casi caratterizza determinate offerte e senza incorrere, evidentemente, in ricorsi delle compagnie che potrebbero risultare fondati. Sull’articolazione della tariffazione a consumo e sui riferimenti al servizio universale (che include solo la telefonia fissa) si muovono in effetti pareri giuridici di vario tipo. D’altro canto le offerte prepagate costituiscono la grande maggioranza del mercato della telefonia cellulare: secondo l’ultimo Osservatorio dell’Authority per le comunicazioni, coprono l’85,5% della clientela totale per un totale di 72,2 milioni di sim. Inevitabili i distinguo e le critiche incrociate. Le associazioni dei consumatori chiedono interventi ad ampio raggio. La pay-tv Sky, che si è aggiunta molto dopo alla pratica dei 28 giorni lanciata dalle compagnie telefoniche, potrebbe sollevare obiezioni.

Dal Parlamento intanto è già partita un’allerta preventiva. Esposito, primo firmatario della proposta presentata in commissione Bilancio al Senato, teme che l’intervento dello Sviluppo economico si riveli «una vera e propria retromarcia», di qui l’invito al ministro a «evitare la presentazione di questo emendamento che produrrebbe come unico effetto una dura battaglia parlamentare».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©