Nel 2018 meno tasse sulle imprese Carico fiscale in calo di 2,5 miliardi
Sono le entrate tributarie del 2018 a certificare quanto valgono per le imprese e la crescita economica i bonus fiscali come super e iperammortamento e la contestuale riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5 al 24%: l’imposta sul reddito delle società si è ridotta del 7,2%, con un taglio del carico fiscale per le imprese di oltre 2,5 miliardi. A certificare l’impatto delle due misure adottate con la legge di Stabilità per il 2016, con cui è stata prevista dall’anno d’imposta 2017 la riduzione dell’Ires e la proroga fino al 30 giugno 2018 della maggiorazione degli ammortamenti per investimenti in beni strumentali nuovi e per beni strumentali ad alto contenuto tecnologico (super e iperammortamento), è stato ieri il Dipartimento delle Finanze, con la nota tecnica allegata al bollettino delle entrate tributarie dell’intero anno 2018.
A fronte di un’Ires in calo, il Mef ha registrato un contestuale aumento dell’Irap di almeno 8 punti percentuali, versata dai privati. E questo anche al netto del costo del lavoro, ormai cancellato dal calcolo del valore della produzione su cui è applicato il tributo regionale. Nel dettaglio, l’Irap ha garantito alle casse dello Stato poco più di 25 miliardi (+5,9% rispetto al 2017). Dai soggetti privati sono arrivati circa 15 miliardi (1,1 miliardi in più) e dalle amministrazioni pubbliche i restanti 10 miliardi (+291 milioni di euro).
Crescita sostenuta anche dell’Iva, con oltre 3,8 miliardi in più incassati lo scorso anno. Anche se il risultato positivo sugli scambi interni (+3 miliardi,pari al 2,6% in più), sconta soprattutto l’effetto dello split payment, che dal luglio 2017 è stato esteso alle società pubbliche della Pa. Con la scissione dei pagamenti, ossia sono la Pa e le altre società pubbliche a versare direttamente l’Iva dei fornitori, l’Erario ha incassato ben 12,4 miliardi di imposta sul valore aggiunto, circa 1,4 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Occorre ricordare che si tratta di fatto di un’anticipazione da parte delle imprese che poi si vedranno solo dopo restituire in rimborsi Iva gran parte dell’imposta versata direttamente dalla Pa.
Tra le note positive per l’erario, anche il gettito delle ritenute che hanno inciso soprattutto sull’aumento del gettito Irpef. In particolare, come evidenzia il Dipartimento Finanze, hanno inciso le ritenute Irpef da lavoro dipendente e da pensione, che ammontano a 152,3 miliardi di euro. Sul segno più hanno inciso l’occupazione, cresciuta nel 2018 dello 0,9%, le retribuzioni lorde pro-capite che sono aumentate dell’1,7% e i redditi da lavoro dipendente cresciuti del 3,3 per cento.
C’è, poi, l’effetto cedolare secca sugli affitti che continua a crescere e far emergere maggiori entrate. Nel 2018 la tassa piatta sulle locazioni di immobili abitativi (la legge di Bilancio per il 2019 ha esteso la cedolare secca anche alle locazioni di particolari beni commerciali) ha fruttato complessivamente 2,7 miliardi di euro, con un crescita dell’8,9 per cento.
In segno negativo, invece, gli incassi della lotta all’evasione. A pesare soprattutto l’effetto ridotto della seconda rottamazione delle cartelle esattoriali. Secondo il dato delle Entrate, accertato per competenza e dunque differente rispetto a quello che verrà comunicato prossimamente dalle Entrate dal Mef sugli incassi totali della lotta all’evasione, l’attività di accertamento e controllo ha garantito poco più di 12 miliardi (-734 milioni di euro). A flettere sono soprattutto i recuperi da imposte dirette con oltre un miliardo in meno rispetto al 2017. Sul fronte delle indirette, anche grazie all’invio dei dati delle liquidazioni periodiche e alla corrispondente attività di compliance attivata dall’agenzia delle Entrate con le lettere inviate ai contribuenti che non hanno correttamente versato l’Iva, i controlli hanno invece assicurato più di 6 miliardi di incassi con un incremento di 327 milioni di euro, pari a +5,7%).