Sindacati commercialisti: da 100 a 500 euro per la comunicazione del titolare effettivo
Un comunicato congiunto di Adc, Aidc e Unione giovani quantifica il compenso questo nuovo adempimento, che richiede informazioni già in possesso di Cciaa e Ade
Sul titolare effettivo i sindacati dei commercialisti scendono in campo per suggerire ai colleghi quale compenso applicare a questo nuovo adempimento. Con un comunicato congiunto Aidc, Adc e Unione giovani (Ungdcec) scrivono agli iscritti che il compenso può andare, a seconda della complessità dell’operazione (particolarmente complicata in presenza di soggetti esteri), dai 100 ai 500 euro. Una remunerazione giustificata dal fatto che i commercialisti devono assistere i clienti nella compilazione telematica e nell’invio della pratica, e quindi dedicano ore di consulenza proprie e delle proprie risorse a questo “nuovo” adempimento.
La comunicazione
Ma andiamo con ordine. In base al decreto 29 settembre 2023 del ministero dell’Industria e del Made in Italy (Mimit), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 236 dell 9 ottobre, entro l’11 dicembre bisogna effettuare alle Camere di commercio la comunicazione del titolare effettivo.
Un adempimento che sulla carta spetta alle aziende, o meglio al titolare effettivo di ogni impresa, persona giuridica, trust produttivo di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e istituti giuridici affini (ad esempio gli enti non commerciali iscritti alla Camera di commercio). In pratica, però, chi ha ricevuto la comunicazione dell’imminente scadenza da parte delle Camere di commercio gira la richiesta al proprio commercialista chiedendogli di spiegargli di cosa si tratta e di occuparsene.
Ma non è tutto. Questa comunicazione, evidenziano Adc, Aidc e Unione giovani ha una modalità di presentazione nuova, dove il modulo può essere sottoscritto digitalmente solo dall’amministratore, senza possibilità di attribuire “deleghe o incarichi a terzi”. I terzi (i commercialisti per esempio) possono solo provvedere alla “spedizione telematica” del modello già sottoscritto dal soggetto obbligato. I sindacati si chiedono cosa renda questa pratica diversa dalle altre comunicazioni che vengono quotidianamente trasmesse dagli studi professionali al Registro delle Imprese, dove viene accettata la sottoscrizione originale se accompagnata da firma digitale del professionista incaricato.
Un’ulteriore complicanza si presenta quando c’è un titolare effettivo controinteressato; in questo caso è necessario individuare una posta elettronica certificata (pec) a questo riferibile perché la Camera di Commercio gli comunichi eventuali richieste di accesso al dato. Su questo aspetto i sindacati da una parte sottolineano il fatto che i titolari effettivi sono persone fisiche che il più delle volte sono sprovvisti di pec dall’altra si chiedono come mai non sia possibile eleggere il domicilio per queste comunicazioni presso il proprio professionista di fiducia, quando invece è possibile delegargli la ricezione di altre comunicazioni.
Comunicazioni ridondanti
Un altro aspetto che i sindacati vogliono evidenziare è che le comunicazioni del titolare effettivo si intersecano con quelle sempre del titolare effettivo del quadro RU da comunicare entro il 30 novembre. «Sappiamo bene che gli anni oggetto di comunicazione sono diversi – scrivono i sindacati - ma continuiamo a chiederci se la dichiarazione dei redditi rappresenti l’unico strumento, a nostro avviso totalmente inadeguato, per la raccolta dei dati che via via vengono richiesti ed auspichiamo che, entrando ora in vigore il Registro, tale adempimento venga eliminato nei prossimi anni, invocando nuovamente l’interconnessione tra le banche dati e la conseguente semplificazione dei Modelli, invece del costante appesantimento degli ultimi anni».
La posizione dei sindacati
La strategia che sta dietro al comunicato congiunto di Adc, Aidc e Unione giovani, pubblicato il 25 ottobre, la spiega la presidente di Adc Maria Pia Nucera: «Per ogni nuovo adempimento comunicheremo un onorario consigliato perché non possiamo più accollarci noi il costo della burocrazia; vogliamo che sia chiaro al sistema e alle imprese quanto valgono le prestazioni extra che ci vengono richieste per fornire informazioni già note sia alle Camere di commercio sia all’agenzia delle Entrate in quanto presenti nella dichiarazione dei Redditi».
«Con Unione Giovani ed Adc – aggiunge il presidente Aidc Andrea Ferrari - abbiamo concordato di intervenire, ove possibile, promuovendo onorari consigliati relativamente agli adempimenti di volta in volta introdotti dalla pubblica amministrazione. Gli obiettivi di questa decisione sono due: sostenere gli iscritti nel farsi riconoscere economicamente l’impegno proprio e della propria struttura e rimarcare l’impatto che tali micro adempimenti hanno sul tempo produttivo del tessuto produttivo, impatto che troppe volte rimane assorbito, e dunque viene subìto, dalla nostra categoria».
«Si continua a parlare di semplificazione - conclude Francesco Cataldi, neo presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili - ma nella pratica ci troviamo a dover far fronte a nuovi adempimenti, spesso trasmettendo dati già in possesso degli enti destinatari e facendoci carico del relativo onere. Se voglio rendere la nostra professione attrattiva per i giovani è importante, tra le altre cose, che ogni attività sia adeguatamente remunerata e che il costo dei nuovi adempimenti non ricada sui professionisti».