I temi di NT+Le massime di Cassazione

Società di comodo, fondo patrimoniale e obbligo di contraddittorio

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Conferimento d’azienda e passaggio delle partecipazioni non qualificabili come cessione

Ai fini dell’assolvimento dell’imposta di registro le operazioni, strutturate mediante conferimento d’azienda e successiva cessione delle partecipazioni della società conferitaria, non possono essere automaticamente riqualificate dall’Amministrazione in cessione d’azienda in base dell’articolo 20 del Tur. Ciò perché la sopravvenuta irrilevanza degli elementi extra-testuali e/o degli atti collegati all’atto principale non agevola vantaggi fiscali indebiti e neppure sottrae ad imposizione effettiva ricchezza imponibile, ben potendo la fattispecie oggetto di attenzione rilevare ai fini ispettivi quale abuso di diritto ai sensi dell’articolo 10 della legge 212 del 2000.

Cassazione, ordinanza 24647/2021

Ricorso contro il diniego dell’autotutela se l’amministrazione ha interesse a rimuovere l’accertamento definitivo

Il contribuente ha sempre facoltà di ricorrere innanzi al giudice tributario anche per opporre eventuali provvedimenti di diniego emessi in sede di autotutela, ancorché l’atto impositivo originario di cui chiede la rimozione sia già diventato definitivo. Però la richiesta all’Amministrazione di ritirare in autotutela un accertamento diventato definitivo non può limitarsi ad eccepire eventuali vizi dell’atto medesimo. Viceversa, il contribuente deve prospettare l’esistenza di un interesse di rilevanza generale dell’Amministrazione alla sua rimozione, tenuto conto della natura pienamente discrezionale dell’annullamento da parte dell’Amministrazione.

Cassazione, sentenza 24652/2021

Società di comodo anche per i finanziamenti pubblici richiesti e poi non concessi

La situazione di oggettiva impossibilità a raggiungere le soglie del test di operatività sulle società di comodo è integrata non solo in caso di finanziamenti pubblici tempestivamente richiesti e riconosciuti dalla Pa, ma pure nel caso in cui gli stessi non vengono erogati per causa non imputabile alla società e/o laddove la loro mancata fruizione non sia imputabile all’imprenditore. Infatti la richiesta di finanziamenti pubblici, poi non accordati, da sola non costituisce una situazione che fa venire meno la presunzione legale di sussistenza della società di comodo desunta dal test di operatività, dovendosi scrutinare sempre le ragioni della loro mancata concessione e l’eventuale sussistenza dei requisiti in capo all’imprenditore.

Cassazione, ordinanza 24667/2021

Deducibile la differenza da recesso al socio uscente con il diritto alla liquidazione della quota

Il componente negativo, costituito dalla spesa sostenuta dalla società di persone relativamente alla cosiddetta differenza da recesso del socio uscente, non è inquadrabile fiscalmente tra quelle relative a più esercizi e dunque deve sempre essere interamente dedotto in base al principio di competenza nell’esercizio in cui sorge il diritto alla liquidazione della quota. Tuttavia, se in tale esercizio non è ancora certa la sua esistenza, oppure non è determinabile in modo obiettivo l’ammontare della spesa, esso potrà essere dedotto solo nell’esercizio in cui si verificheranno tali condizioni.

Cassazione, ordinanza 24671/2021

Nessuna decadenza per l’atto notificato nei termini ma ritirato dopo dal contribuente

È tempestiva la notifica dell’accertamento a mezzo del servizio postale quando l’atto è stato spedito prima delle spirare del termine decadenziale fissato dalla legge, perché non rileva il fatto che la consegna al destinatario sia avvenuta successivamente. Il principio, in base al quale gli effetti della notifica si producono per il notificante al momento della consegna del piego all’ufficiale giudiziario (o al servizio postale) e per il destinatario al momento della ricezione dell’atto, ha carattere generale e trova applicazione non solo per gli atti processuali, ma anche per gli atti impositivi.

Cassazione, ordinanza 24810/2021

Accertamento sintetico precedente al 2009 valido anche senza contraddittorio

Per gli accertamenti basato sul redditometro, riferiti ad anni d’imposta precedenti al 2009, non sussiste alcun obbligo sopravvenuto dell’Amministrazione per instaurare il contraddittorio endo-procedimentale con il contribuente, anche se esso costituisce un diritto fondamentale del contribuente ed è un principio fondamentale dell’ordinamento europeo. Il contraddittorio può sempre comunque soggiacere a restrizioni che rispondano, con effettività e proporzionalità, a obiettivi di interesse generale non essendo necessaria, durante l’attività tributaria di indagine, l’acquisizione di elementi probatori anche testimoniali.

Cassazione, ordinanza 24824/2021

Ipotecabili gli immobili nel fondo patrimoniale senza prova dell’estraneità del debito al bisogno familiare

L’iscrizione ipotecaria da parte del concessionario della riscossione è ammissibile anche sui beni immobili facenti parte del fondo patrimoniale, perché gli oneri fiscali sono da considerarsi connessi all’attività svolta nell’interesse della famiglia e come tali dunque non estranei alle sue esigenze. Spetta per contro al contribuente/debitore, che intende evitare l’aggressione, provare l’estraneità del debito al bisogno famigliare e la consapevolezza di siffatta estraneità da parte del creditore a favore del quale il concessionario deve riscuotere.

Cassazione, ordinanza 25010/2021