Società tra professionisti, il socio versa alla Cassa
I soci professionisti delle Stp versano i contributi alla propria Cassa di previdenza. Il chiarimento arriva dai ministeri Lavoro ed Economia che hanno approvato le delibere assunte in merito dalle Casse dei dottori commercialisti (Cnpadc), dei ragionieri commercialisti (Cnpr) e dei consulenti del lavoro (Enpacl).
Viene così superato uno degli aspetti che più preoccupava il mondo della previdenza professionale. «Con questa approvazione – commenta il presidente dell Cnpadc Renzo Guffanti – si elimina un vuoto normativo», un intervento che per il presidente Enpacl Alessandro Visparelli va «a beneficio della sostenibilità dei sistemi previdenziali». Di fronte al silenzio del legislatore le Casse professionali, di comune accordo, hanno deciso di darsi una «tecnicalità in base alla quale ciascun socio è assoggettato alle regole previdenziali della propria Cassa di riferimento». Procedura che ora ha avuto l'avallo ministeriale.
In pratica ogni socio professionista dovrà:
•essere iscritto alla Cassa di riferimento;
•versare il contributo soggettivo sul reddito in base alla sua quota di partecipazione agli utili;
•versare la contribuzione integrativa sulla quota di volume di affari a lui spettante, riproporzionando quella riferita ai soci non professionisti.
L'accordo tra le Casse chiarisce anche come comportarsi quando la Stp è multidisciplinare. Immaginiamo una società composta da un dottore commercialista (30%), da un ragioniere commercialista (30%), da un consulente del lavoro (30%), da un socio tecnico (5%) e da un socio di puro capitale (5%); la Stp produce un reddito di 100mila euro e un volume di affari di 180mila euro. I soci professionisti dovranno versare (rispettivamente a Cnpadc, Cnpr e Enpacl): una contribuzione soggettiva calcolata su un reddito professionale di 30mila euro ciascuno (ancorché non distribuito) e una contribuzione integrativa calcolata su un volume di affari di 60mila euro ciascuno, i soci non professionisti restano infatti esclusi dalla distribuzione dell'integrativo, che i professionisti verseranno poi alle Casse. «In questo modo - afferma il presidente Cnpr Luigi Pagliuca, si evita che i soci professionisti siano penalizzati sul futuro trattamento previdenziale».