Imposte

Superbonus, frenata sull’aggiornamento del prezzario costi

L’adeguamento del Dm 14 febbraio 2022 per adesso non è in calendario. Detrazioni più magre: non ci sarà il recupero del caro prezzi dei materiali<br/>

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di Giuseppe Latour

Il prezzario che definisce i costi massimi degli interventi di efficientamento energetico, almeno per ora, non sarà adeguato all’andamento dei prezzi di mercato. A confermarlo è direttamente il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Il decreto che contiene il prezzario è stato approvato, dopo una lunga serie di polemiche, il 14 febbraio del 2022 dall’allora ministero della Transizione ecologica. Si tratta di un elenco che fissa i cosiddetti “massimali unitari” per le asseverazioni di congruità dei prezzi, relativi ai lavori che accedono al superbonus, ma anche agli altri sconti fiscali, quando sia richiesta una verifica di congruità.

La tabella del decreto (frutto di un aggiornamento di un testo del 2020) è composta da 40 voci (tra gli altri, ci sono il cappotto termico, le caldaie, gli infissi, le schermature solari, ma anche impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica) alle quali è associato un costo che, nella maggior parte dei casi, è al metro quadro. E che è rilevantissimo per calcolare le agevolazioni: oltre la soglia fissata dal provvedimento, infatti, le spese non possono essere portate in detrazione. Questo, in sostanza, serve a prevenire abusi nell’utilizzo degli sconti.

L’articolo 5 del decreto prevedeva che, entro il 1° febbraio del 2023 e successivamente ogni anno, «i costi massimi» sarebbero stati aggiornati «in considerazione degli esiti del monitoraggio svolto da Enea sull’andamento delle misure» di cessione del credito e sconto in fattura e «dei costi di mercato».

Ora il ministero, interpellato sul tema, ricorda anzitutto che «l’articolo 5 del Dm Costi massimi prevede un aggiornamento dei costi in considerazione degli esiti del monitoraggio svolto da Enea». Un aggiornamento che, per ora, non è stato ancora licenziato. «Tuttavia - spiegano ancora dal ministero -, si ritiene opportuno che la revisione dei costi massimi ammissibili sia da effettuarsi nell’ambito della più generale riforma del meccanismo delle detrazioni fiscali, attualmente in fase di dibattito politico».

L’adeguamento, per ora, non è in calendario. Nel frattempo, infatti, sta avanzando il lavoro sulla possibile riforma delle detrazioni fiscali legate alle ristrutturazioni. Il mancato aggiornamento della tabella, però, avrà l’effetto di non consentire il pieno recupero dell’aumento dei prezzi (in alcuni casi molto elevato) che è stato registrato nel corso di quest’anno: concretamente, quindi, potrebbero restringersi le possibilità di utilizzare le detrazioni legate all’efficientamento. E va sottolineato che, per alcune voci di quell’elenco, già il vecchio decreto era stato oggetto di critica per il livello di prezzo considerato troppo ridotto.

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