Professione

Voucher, contratto online «con tetto»

di Marco Rogari e Claudio Tucci

Contratto semplificato online e con un solo tetto reddituale per le famiglie, e una doppia soglia, dimensionale ed economica, per le piccolissime imprese.

È questa l’ultima ipotesi tecnica al vaglio del governo per tracciare una strada alternativa ai voucher, cancellati dal decreto Gentiloni, per evitare i referendum della Cgil. Se da Palazzo Chigi dovesse arrivare il disco verde, questa opzione potrebbe tramutarsi in un emendamento o, in un sub-emendamento a un correttivo parlamentare, da inserire nel maxi-decreto sulla manovra in commissione Bilancio della Camera. Anche se questo percorso è tutt’altro che scontato. Nonostante Ap e anche parte del Pd siano in pressing, con ritocchi alla manovrina già depositati in commissione, per dare il via a una nuova regolamentazione del lavoro accessorio, da Articolo 1- Mdp è arrivato ieri un brusco stop. Nell’ultima riunione di maggioranza sul maxi-decreto i “bersaniani” avrebbero minacciato di uscire dal governo nel caso in cui fossero entrati “dalla finestra” gli stessi voucher che sono usciti “dalla porta”. Già martedì la Cgil si era detta pronta anche a tornare in Cassazione in caso di soluzioni pasticciate. E ora Mdp, il cui peso non è trascurabile soprattutto al Senato, minaccia barricate.

In questo clima l’esecutivo cerca di individuare una soluzione che non scontenti nessuno. L’ipotesi allo studio, per le famiglie, sarebbe quella di introdurre una sorta di “libretto” completamente online: qui il committente dovrà indicare nome cognome, codice fiscale, Iban. Lo stesso dovrà essere fatto dal prestatore. Si starebbe valutando l’ipotesi di introdurre però un tetto: ogni famiglia potrebbe utilizzare la procedura telematica fino a un massimo di 2.500 euro l’anno. La vecchia normativa sugli aboliti voucher prevedeva un tetto di 5mila euro, elevato poi dal governo Renzi fino a 7mila (la scelta di un’asticella più bassa sarebbe motivata dalla necessità di non fare concorrenza al lavoro domestico).

Le novità (e i punti di frizione nella maggioranza) riguarderebbero le imprese: per loro si starebbe studiando un contratto a chiamata semplificato online. Con due limitazioni, di gran lunga più restrittive delle norme cancellate. Il “nuovo” contratto sarebbe utilizzabile solo da imprese piccolissime (si ragiona fino a 5 dipendenti) e per un importo massimo di 5mila euro l’anno (si salirebbe a 10mila in caso di “contratto” a disoccupati e studenti).

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